Recupero di medicine inutilizzate Progetto di Farmacie Comunali
Ridurre lo spreco di farmaci, attraverso il loro riutiluzzo. Progettare la consegna a domicilio per supportare le persone più in difficoltà. E valutare pure la fattibilità di piazzare defribillatorei presso ogni farmacia. Sono tre fronti su cui sta lavorando Farmacie Comunali spa di cui il comune capoluogo è primo azionista con il 95,42% .
La spa presieduta da Alessandro Menapace e diretta da Lorenzo Arnoldi , per i comuni soci (per i quali gestice 19 farmacie e un dispensario) è anche una garanzia di divendi: nelle casse del Comune di Trento, la spa ha garantito, nel 2016, 596.115,00 euro di risorse, in costante crescita negli anni (erano 275.130,00 nel 2011).
Il valore della spa però, prima che con gli utili di esercizio (conferma di una gestione efficiente), si misura con la organizzazione e l'offerta dei servizi, che non è solo distribuzione di farmaci ma anche attività di educazione socio-sanitaria finalizzata alla prevenzione (ad esempio, la campagna informativa contro l'obesità infantile). In questo senso, val il Dup, il Documento unico di programmazione 2018-'20 del Comune di Trento, approvato di recente, che per Farmacie Comunali spa indica i tre «obiettivi operativi» sopra indicati, da mettere a punto entro la fine del 2017. I primi due obiettivi sono stati direttamente proposti al Comune dalla spa.
I farmaci inutilizzati non sono da confondere con quelli scaduti, da eliminare: «Sono farmaci validi, con confezione ancora integra, dei quali è ancora ammesso l'uso» puntualizza il direttore di Farmacie Comunali, Lorenzo Arnoldi «può ad esempio capitare che la terapia indichi tre confezioni, ma due delle tre della ricetta siano alla fine sufficienti. Si tratta quindi di eliminare un certo spreco, perché si tratta in genere di farmaci già pagati dal Sistema sanitario nazionale».
A Genova, esperienza pilota, c'è un'associazione che da anni recupera farmaci inutilizzati per metterli a disposizione di case di riposo o istituti che ne hanno bisogno. «In quel caso» spiega Arnoldi «i farmaci, senza fustelle, vengono messi in un contenitore sigillato, perché c'è il problema di evitare abusi, e un farmacista volontario li controlla prima della distribuzione». Il progetto di Farmacie Comuanali, in accordo con il Servizio farmaceutico di Apss (l'Azienda sanitaria), è però più ambizioso.
«È fondamentale la velocità della consegna. Il progetto» dice Arnoldi «prevede che sia il farmacista, quando uno lo porta, a registrare il farmaco verificando se è ancora utilizzabile. Quindi, si sfrutterà Farm@app, l'applicazione di Farmacie Comunali, e faremo in modo che ci siano persone specializzate, o l'Azienda sanitaria stessa, che abilitano l'utilizzatore finale, casa di riposo, Trentino Solidale, altre realtà, ad impiegare il farmaco raccolto». La piattaforma tecnologica velocizzerà il servizio, garantendo la trasparenza del processo». L'idea è quella di utilizzare la piattaforma di Farm@app anche per il servizio a domicilio. «Attenzione» precisa Arnoldi «la sfida è quella di servire solo le persone oggettivamente in stato di bisogno, anziani soli o chi è impossibilitato a muoversi, tracciando e filtrando le richieste, e attivare la solidarietà diffusa, in rete con il Servizio attività sociali del Comune. Possono infatti essere gli amici, una badante, il vicino di casa a ritirare e poi consegnare il farmaco. Si tratta di usare la tecnologia per sviluppare solidarietà sociale».