Marchionne «laureato» incoraggia gli studenti:
«Cercate da soli la vostra strada, cambiatela tutte le volte che volete, seguite i vostri sogni».
Così il numero uno di Fca, Sergio Marchionne, rivolgendosi agli studenti nel concludere la sua lectio magistralis per la laurea ad honorem in ingegneria industriale all’Università di Trento, conferitagli al polo della meccatronica di Rovereto.
«Non lasciate che l’educazione, le abitudini, i vostri stessi preconcetti - ha aggiunto - diventino una prigione. Abbiate sempre il coraggio di cambiare voi stessi, le vostre idee, il vostro approccio, il vostro punto di vista, perché è l’unico modo per cambiare le cose che non vanno e per migliorare la vostra vita e quella di tanti altri. E mentre cercate la vostra strada, tenete a mente chi volete diventare».
«Pensate - ha concluso - a quale impronta volete lasciare, a quale differenza volete fare. Rimanete ambiziosi nei vostri obiettivi, perché
rassegnarsi a una vita mediocre non vale mai la pena».
Sergio Marchionne era stato accolto anche da una contestazione, con un corteo formato da una ventina di giovani che stamattina ha intonato cori contro l’ad di Fca.
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Ma ecco una selezione delle dichiarazioni di oggi di Marchionne:
«Parliamo di cose sicure. Che ieri le due Ferrari potessero battere tutti è un fatto indiscusso, e che potesse accadere anche a Singapore è un fatto indiscusso. Il fatto che abbiamo avuto problemi con i propulsori ha a che fare con due cose: abbiamo una squadra molto giovane e la qualità della componentistica non è al livello necessario per un’auto da gara. Stiamo intervenendo».
«L’emozione di oggi è legata anche al titolo che mi conferite. Primo, perchè è il riconoscimento delle capacità dei nostri leader nel rovesciare un passato difficile, nell’aver dato alla Fiat un orizzonte mondiale e con esso la speranza e il coraggio di costruire un futuro migliore».
«Poi, perché in qualche modo aiuta me a ridurre quell’inevitabile senso d’inferiorità che si prova, di tanto in tanto, a non essere ingegnere in un ambiente dove si è circondati da tanti bravi ingegneri».
«A parole siamo sempre tutti d’accordo nel sostenere che la competitività di un Paese passa attraverso la centralità della formazione e della ricerca e attraverso un collegamento più stretto con il mondo del lavoro. Ma è una piacevole sorpresa vedere che qui, a Trento, alle parole seguono i fatti. Il Polo Meccatronica di Rovereto, un progetto innovativo creato su un’area industriale dismessa, non è solo una testimonianza di come sia sempre possibile cambiare, ricreare, rinnovare. È soprattutto un esempio, quasi unico, di integrazione tra imprese, enti pubblici, fondazioni di ricerca e università. Qui davvero si realizza quell’effetto-sistema di cui si parla spesso in Italia, ma che è poi così raro da ottenere».
«Arthur Conan Doyle, che ha creato Sherlock Holmes e la sottile arte della deduzione, ci ha anche lasciato una grande lezione ricordandoci che non c’è nulla di più ambiguo e ingannevole di un fatto ovviò. Se c’è una cosa ovvia, oggi, è che ci troviamo alle soglie della più grande rivoluzione nel mondo dei trasporti, almeno da quando l’automobile ha sostituito cavalli e carrozze».
«Siamo di fronte a forze di innovazione, anche dirompenti, che stanno scardinando gli abituali paradigmi. Nessuno sa dire quale sarà il risultato di queste tendenze o cosa ne sarà del nostro settore tra 10 o 20 anni. Neppure io ho una sfera di cristallo e purtroppo non ho nessuna verità universale da offrirvi oggi».
«Le auto elettriche possono sembrare una meraviglia tecnologica, soprattutto per abbattere i livelli di emissione nei centri urbani, ma si tratta di un’arma a doppio taglio. Forzare l’introduzione dell’elettrico su scala globale, senza prima risolvere il problema di come produrre l’energia da fonti pulite e rinnovabili, rappresenta una minaccia all’esistenza stessa del nostro pianeta».
«Quella dell’elettrico è un’operazione che va fatta senza imposizioni di legge e continuando nel frattempo a sfruttare i benefici delle altre tecnologie disponibili, in modo combinato».
«È certamente più utile concentrarsi sui miglioramenti dei motori tradizionali e lavorare alla diffusione di carburanti alternativi, soprattutto il metano, che per la sua origine e le sue qualità è oggi il più virtuoso e più pulito in termini di emissioni».
«Ci sono due approcci alla guida autonoma. Il primo, che potremo chiamare evoluzionista, prevede uno sviluppo progressivo della tecnologia, attraverso cinque livelli successivi. L’altro, di tipo rivoluzionario, consiste invece nel saltare la progressione e lavorare da subito allo sviluppo di un sistema totalmente autonomo. Noi in Fca pensiamo che il giusto approccio sia a metà strada. Per questo, da una parte, stiamo lavorando sull’evoluzione delle tecnologie, per tappe successive; dall’altra siamo impegnati in un progetto rivoluzionario sulla guida autonoma insieme a Google».
«Il poeta Paul Valèry disse che ‘il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una voltà. Non potrebbe avere più ragione oggi.
Negli ultimi 50 anni, il settore dell’auto a livello mondiale è finito in un tritacarne di crisi economiche e finanziarie, regolamenti governativi, cattivi esempi di leadership. È stato messo in ginocchio, ha visto la bancarotta dall’interno, ha perso i tradizionali punti di riferimento più e più volte. Quelli che sono riusciti a sopravvivere hanno dovuto cambiare modello di business».
«Lo spin-off di Magneti Marelli lo porteremo avanti il prossimo anno».