In azione la «banda del Parmigiano» Nel mirino sei supermarket Eurospin
Mercoledì scorso avevano messo a segno il primo raid e ieri hanno concesso il bis. Obiettivo i sei Eurospin sull’asta dell’Adige, da Lavis fino a Mori con una missione ben precisa da compiere: ripulire gli scaffali dove si trovano esposti gli spicchi sottovuoto di Parmigiano Reggiano e le bottiglie di alcol per produrre superalcolici.
Viste le caratteristiche non è improprio ipotizzare si tratti di furti su commissione, perpetrati da una banda senza alcun tipo di remora, i cui componenti sono entrati in azione a ripetizione a volto scoperto mercoledì scorso e ieri, del tutto incuranti dalle telecamere dei negozi che li immortalavano nelle ripetute razzie.
«Li avevamo già rivisti all’opera mercoledì scorso, nei filmati che avevamo visionato dopo aver constatato gli ammanchi - racconta sconfortato Renato Moser, direttore dell’Eurospin di Lavis e con il figlio Cristian (direttore del negozio di Trento) fra i soci di Allesmarket, la società che gestisce gli Eurospin di Lavis, Trento Sud (via Fermi), Villa Lagarina, Rovereto e Mori -. Pensavamo non avessero la sfrontatezza di ripresentarsi ed invece, ad una settimana esatta di distanza, lo hanno fatto e ci hanno nuovamente vuotato gli scaffali».
Quattro i soggetti che si contano in azione nei filmati tra le corsie dei negozi (nel mirino anche l’Eurospin dei Solteri), tutti vestiti con ampi giacconi.
«Tre si occupano del formaggio - spiega Moser -. Prendono tre scatoloni vuoti, li riempiono di spicchi di Parmigiano Reggiano sotto vuoto da 3-400 grammi l’uno - taglio ideale per essere nascosto - e poi si appartano dove i commessi non possono vederli e se li “trasferiscono” nei giacconi».
Una cinquantina le confezioni di grana che spariscono ad ogni colpo, in ciascuno dei sei negozi. «Per quanto concerne l’alcol, ad occuparsene è il quarto soggetto della banda, un tipo piuttosto corpulento, capace di nascondersi addosso parecchie bottiglie di alcol senza destare sospetti». Un modus operandi che non lascia dubbi - oltre alle immagini delle telecamere - che ad agire siano sempre le stesse persone.
«Ieri mio figlio è riuscito ad intercettarli prima che uscissero - prosegue Renato Moser -. Hanno finto di non conoscere l’italiano e poi quando ha detto loro che aveva chiamato i carabinieri l’italiano hanno dimostrato di capirlo eccome, tanto che si sono immediatamente dileguati. Sentendoli parlare tra di loro mio figlio ha avuto l’impressione che fossero rumeni, e comunque dell’Est Europa».
I furti sono stati denunciati ai carabinieri e le registrazioni dei negozi ora sono nelle loro mani nella speranza che possano ricavare elementi utili per individuarli.