Schianto fatale, addio a Ferruccio Faggioni Sella Lascia la compagna e due figlie piccole
È morto su colpo dopo che la sua Mercedes coupé, che percorreva la corsia sud dell'Autobrennero tra Egna e San Michele all'Adige, si è infilata sotto un autoarticolato che aveva appena rallentato. Una dinamica agghiacciante,
simile ad altri incidenti mortali degli ultimi mesi, che non ha lasciato scampo a Ferruccio Faggioni Sella, 52 anni residente a Levico Terme, padre di due bambine. L'impatto tra auto e camion è stato violentissimo tanto che per il conducente ogni tentativo di soccorso è risultato vano.
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Ferruccio Faggioni non era certo un automobilista alle prime armi. Come tutti gli agenti di commercio, era abituato a macinare chilometri in autostrada. Viaggiare faceva parte del suo lavoro: rappresentante di prodotti per parrucchieri, con una clientela affezionata sparsa i tutta la regione. Anche ieri l'agente di commercio era stato in Alto Adige per lavoro a bordo della sua Mercedes coupé Slk. Probabilmente aveva visitato dei saloni di parrucchiere tra Bolzano e la Bassa Atesina. Poco prima di mezzogiorno si era rimesso sulla via di casa, in autostrada, diretto verso Trento. L'incidente è accaduto in corsia sud dell'A22, all'altezza dell'abitato di Salorno al chilometro 113.
IL RICORDO
«Era una persona dal cuore grande, enorme, sempre positivo, sempre disponibile per tutti. Era un uomo aperto alla vita, che adorava la sua famiglia».
Sono poche, ma piene di amore, le parole che Francesca Anelli, la compagna di Ferruccio Faggioni Sella, riesce a liberare, in mezzo a un dolore tanto grande.
Uno sconforto senza fine che non è solo il suo e delle piccole Lisa e Adele, le loro figlie. Ma è di tutti coloro che conoscevano e apprezzavano il cinquantaduenne agente di commercio. In Valsugana dove viveva; in val di Gresta dove assieme a Lorenzo Benoni aveva dato vita a Maso Naranch; nelle zone che frequentava per il suo lavoro di rappresentante di cosmetici e di prodotti per i saloni di acconciatura, in Trentino e non solo. Ma soprattutto nel capoluogo, dove «Ferro», come era soprannominato da tutti gli amici, era cresciuto.
Aveva trascorso la sua infanzia in Clarina, frequentando elementari e medie in San Bòrtol . Era uno delle personalità più note tra le compagnie di tutti quelli che negli anni Ottanta vivevano i loro anni più belli. Attraverso i social network ieri pomeriggio non appena la notizia ha cominciato a diffondersi in molti hanno affrontato un dolce ma al contempo doloroso «amarcord», tornando con la mente ai ritrovi al Bar Vicenza piuttosto che alle serate al Number.