Violenza sessuale su 13enne, pignorato lo stipendio
In primo grado è stato condannato a quattro anni di reclusione più il pagamento di una provvisionale di 30mila euro per violenza sessuale su una ragazza di appena 13 anni, figlia di vicini di casa. Per l'imputato, dipendente di una società di trasporti, ieri è arrivata la sentenza d'appello, che conferma il primo grado. Il difensore dell'uomo, l'avvocato Lorenzo Eccher, non si ferma. «Presenteremo ricorso in Cassazione - spiega il legale - Si tratta di una sentenza ingiusta. Sono convinto dell'estraneità del mio cliente ai fatti. Abbiamo prodotto nuovi elementi, tenendo conto che l'unica prova era rappresentata dalla dichiarazione della persona offesa, che è caduta in infinite contraddizioni».
Nel frattempo, in ambito civile, è stato disposto per l'imputato il pignoramento di un quinto dello stipendio, per il pagamento della provvisionale. Trentamila euro quanto deciso dal giudice di primo grado, a fronte della richiesta degli avvocati di parte civile Romina Targa e Maria Gabriella Gallevi di 100 mila euro per la vittima e per ciascun genitore.
Il fatto risale al luglio del 2013. La ragazzina, che vive con la madre nel Sud Italia, era arrivata in Trentino per trascorrere un periodo di vacanza con il padre che, dopo la separazione, si era costruito una nuova famiglia nella nostra provincia. Il genitore, in buoni rapporti con i vicini di casa, nel giorno in cui doveva assentarsi per un impegno aveva chiesto all'odierno imputato di dare un'occhiata alla figlia. A distanza di mesi la ragazzina raccontò che il vicino le aveva chiesto di darle una mano nel montare una tenda alla finestra della stanza da letto e, quanto lei entrò nella stanza, l'uomo chiuse la porta a chiave e la violentò. L'imputato potrebbe rimanere senza occupazione. Lo prevede una pena accessoria: divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori. Il posto di lavoro attuale sarebbe a rischio in caso di sentenza passata in giudicato.