Lo aggredisce con il casco Motociclista sotto processo Il caso in tribunale a Trento
Non solo le vittime di incidenti stradali. In Italia sono sempre più frequenti i casi di aggressioni o risse scaturite da banali litigi: una mancata precedenza, piuttosto che una frenata improvvisa o uno sguardo non gradito. Ne sa qualcosa anche un automobilista trentino, che nel settembre 2016 è stato aggredito, verbalmente e fisicamente, da un motociclista - questa almeno è l'accusa - sulle strade della val di Fassa. Il centauro ora si trova a processo con l'accusa di violenza privata, lesioni personali e minaccia. L'automobilista, costituitosi parte civile, ha invece chiesto un risarcimento di oltre 5000 euro, per i danni subiti.
I fatti approdati in Tribunale a Trento, come detto, sono successi nella zona di Vigo di Fassa nel settembre di due anni fa. A fare scattare l'aggressione sarebbe stato un banale contenzioso legato alla circolazione stradale. Sta di fatto che, stando all'accusa, il motociclista - un bresciano 45enne - si sarebbe rivolto alla vittima, alla guida di una macchina, in malo molto, intimandogli di fermarsi. Una richiesta perentoria, accompagnata subito dalla violenza: infilando il braccio nel finestrino abbassato, infatti, il centauro avrebbe cercato di raggiungere l'automobilista e di costringerla a fermarsi.
Il conducente del mezzo, un trentino, ha però deciso di non rispondere alla provocazione ed ha tirato dritto. Una scelta che, però, non ha posto fine alla diatriba. Sempre secondo l'imputazione, il motociclista, a quel punto, in concorso con altre persone rimaste da identificare, avrebbe cercato di bloccare con la forza il malcapitato conducente.
I centauri, infatti, avrebbero messo in atto un vero e proprio posto di blocco per fermare la vittima. Dopo avergli intimato nuovamente di scendere dalla macchina, l'imputato aveva infilato nuovamente le mani nell'abitacolo, riuscendo a questo punto nell'intento di costringere l'automobilista a interrompere la marcia. Ma Non pago, sempre con l'aiuto di altri motociclisti rimasti non identificati, secondo l'accusa il 45enne aveva spintonato e schiaffeggiato più volte la vittima, che - forse sperando di porre fine all'assurda aggressione - aveva deciso di scendere dal veicolo.
Per questo il motociclista deve rispondere anche di lesioni personali, visto che il conducente, colpito anche con un casco brandito come un'arma, ha riportato ferite giudicate guaribili in due settimane. Non pago, il centauro avrebbe condito il tutto con pesanti insulti e pesanti minacce («Te la faccio pagare»).
La vittima, come detto, non ha reagito a quella violenza assurda, ma ha sporto denuncia e si è costituita parte civile, chiedendo 5.500 euro per i danni subiti. Ora sarà un giudice a dovere stabilire se il centauro sia o meno colpevole.