Violenza sessuale, c'è una condanna per l'aggressione al parco Predara
I fatti risalgono al 2015: per violenza sessuale di gruppo 4 anni a un giovane italiano già in carcere
Si è concluso con una condanna e un’assoluzione il processo per violenza sessuale di gruppo, che vedeva imputati due giovani, in concorso con tre ragazze minorenni, che avrebbero tenuto ferma la vittima.
C.B., 26 anni, italiano già detenuto in carcere, ha rimediato una condanna a 4 anni di reclusione, oltre alla interdizione dai pubblici uffici. L’uomo dovrà inoltre risarcire la vittima con 10mila euro. Sono invece cadute le accuse nei confronti di un 24enne straniero.
La drammatica vicenda approdata in tribunale risale al settembre 2015 ed è successa al parco della Predara, a Trento, poco dopo le 22 di sera.
Secondo quanto ricostruito dall’accusa la vittima, una giovane donna italiana, stava camminando insieme ad un amico, quando ha sentito delle grida provenire dal parco che si trova dietro al Castello del Buonconsiglio. La donna, insieme all’amico, si era dunque avvicinata, con l’intento di riportare la calma e accertarsi che la situazione non degenerasse. Il gruppo, che pare fosse composto da tre uomini e tre ragazze, avrebbe reagito con la violenza a quell’intervento.
La vittima ha raccontato di essere stata ricoperta di insulti e trattenuta da tre ragazze, mentre l’amico sarebbe stato invitato a consegnare il denaro che aveva con sé. Il giovane aveva assecondato la richiesta e per un momento sarebbe tornata la calma.
Ma il peggio, stando alla denuncia della donna, che si è costituita parte civile, doveva ancora avvenire. A quel punto sarebbe infatti scattata l’aggressione sessualem dopo che una ragazza che lei conosceva le si era avvicinata per chiederle come stava (ma forse lei stessa conosceva o apparteneva al «branco»). All’improvviso la vittima è stata immobilizzata: le braccia bloccate e i capelli strappati dalle ragazze, mentre gli uomini le avrebbero strappato i vestiti e la biancheria intima. Le mani degli aggressori l’avrebbero toccata e palpeggiata su tutto il corpo, in particolare le zone intime e il seno. Invano la vittima ha cercato di divincolarsi, trattenuta per le braccia e le gambe.
Solo la forza d’animo della vittima, che ha lottato con tutte le sue forze, avrebbe impedito che gli squallidi propositi dei suoi aggressori si concretizzassero fino in fondo. La giovane - ormai senza vestiti, stremata e sotto shock - è riuscita a fuggire. Dopo avere chiesto invano aiuto ad alcuni ragazzi incrociati per strada, la vittima è stata notata da alcuni automobilisti che, raccolta la sua richiesta di aiuto, hanno allertato i soccorsi e i carabinieri. Portata in ospedale, la giovane era stata dimessa con una prognosi di circa una settimana per le abrasioni riportate nell’aggressione.
Erano partiti subito gli accertamenti dei carabinieri e i cinque presunti aggressori erano stati identificati e denunciati. I due maggiorenni sono finiti a processo e ieri per uno di loro è arrivata la condanna. Sentenza che la difesa potrebbe ora impugnare.