Verones, conflitto d'interessi E allora lascia la Charly Gaul
Come una bomba, è deflagrata ieri sera in Commissione vigilanza la questione del conflitto di interessi capo a Elda Verones, ad un tempo direttrice dell'Apt di Trento Monte Bondone Valle dei Laghi e presidente (per quattro anni) dell'Asd Charly Gaul di cui la stessa Azienda per il turismo si avvale per la organizzazione dei grandi eventi sportivi. In realtà, il conflitto di interessi non esiste più, perché da ottobre Verones si è dimessa - è stata costretta a dimettersi - dalla presidenza dell'Associazione sportiva dilettantistica, sostituita da Luca Chiavelli.
Ma la vicenda è passata sotto traccia. Fino a ieri, quando Verones e il presidente dell'Apt, Franco Aldo Bertagnolli, sono intervenuti in Commissione vigilanza per illustrare le novità gestionali dell'Apt (che in dicembre ha acquisito il ramo aziendale di Trento Fiere e quindi con il 2018 si farà carico degli appuntamenti espositivi e della organizzazione del Mercatino di Natale) e le strategie.
Vicenda sotto traccia, perché delicata. Ma dopo che Bertagnolli ha illustrato il piano operativo dell'Apt per il 2018 con i relativi impegni (dalla Trento Smart Week di aprile all'Adunata nazionale degli alpini, alla crono Trento-Rovereto del 22 maggio del Giro d'Italia che animerà la città per tre giorni), il presidente della Commissione vigilanza, Andrea Merler , ha chiesto lumi. Ha richiamato le tre dimissioni («molto significative») dal cda dell'Apt avvenute nel 2017: di Claudio Facchinelli , Giorgio De Grandi e Battista Polonioli . Ha accennato al «clima torbido» citato da Facchinelli, alle «intromissioni della politica» nel cda, «al conflitto di interessi tra Charly Gaul e Apt segnalato da De Grandi». «Due realtà che collaborano, anche economicamente, con personale e fatturazioni, una situazione di incompatabilità e anomalia evidenti». Elda Verones, colta impreparata, s'è difesa. Ha spiegato che «c'è sempre stato un soggetto tecnico, l'Asd, per la gestione dei grandi eventi, poi è cambiata la normativa e il Comitato (cioè il cda dell'Apt) ha affidato la presidenza ad un'altra figura». In ottobre, è stata la presidente del collegio sindacale, Luisa Angeli , a suggerire a Verones che non era il caso di ricoprire entrambi i ruoli.
«L'ho fatto subito, rogne in meno» dice la direttrice dell'Apt che, sollecitata da Vanni Scalfi , spiega: «È normale. Succede anche all'Apt della val di Sole e di Fiemme, il doppio ruolo. Perché l'Apt non può prendere finanziamenti dalle Federazioni sportive: non può organizzare nulla». Prima Scalfi, poi Merler, quindi Cristian Zanetti la pressano sul «volume di affari» tra Apt e Charly Gaul. Lì per lì, Verones risponde: «Le persone dell'associazione non hanno beneficiato di nulla: chi vi lavora lo fa a titolo di volontariato. Sono sei i grandi eventi organizzati». Tocca al presidente Bertagnolli precisare: «Circa 100 mila euro per i sei eventi». Lo stesso Bertagnolli spiega che ad un consulente è stato dato incarico di trovare una soluzione alternativa, anziché affidarsi alla Asd soggetto terzo. Si ipotizza la creazione (modello val di Sole) di una srl a socio unico, controllata dall'Apt, per i grandi eventi sportivi. Sollecitato, interviene il consigliere Dario Maestranzi , che nel cda di Apt rappresenta il Comune: «Tecnicamente le Asd possono accedere ai contributi provinciali, le Apt no: ecco perché sono state create le Asd. Poi, la dottoressa Angeli ha fatto presente la questione di opportunità e se ne è preso atto». «Soddisfatti della risposta» dice Andrea Merler. Ma l'imbarazzo è palpabile.