Dai rifiuti alle bioplastiche Il progetto della Provincia
Trasformare i rifiuti biologici urbani in nuovi prodotti biologici, il tutto all’interno di una singola bioraffineria: è questo l’obiettivo di Res Urbis(RESources from URban Blo-waSte), un progetto di ricerca europeo del valore di oltre 3 milioni di euro al quale partecipa, per conto della Provincia autonoma di Trento, anche l’Agenzia per la depurazione.
Coordinato dall’Università La Sapienza di Roma, il progetto Res Urbis vede la partecipazione di ben 21 attori provenienti da 8 Paesi europei diversi (Italia, Francia, Danimarca, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Croazia, Svizzera).
All’interno di questo gruppo ci sono 9 università (tra le quali quelle di Bologna, di Venezia e di Verona), due istituti di ricerca, 8 esponenti del mondo dell’industria e 4 pubbliche amministrazioni. Con rifiuti biologici, si intendono i rifiuti organici come cibo ed altri rifiuti alimentari, rifiuti provenienti da giardini e parchi e la melma prodotta in eccesso nei trattamenti delle acque reflue; i bio-prodotti che si intendono produrre sono fibre, solventi e diversi tipi di bioplastiche.
Il progetto, della durata complessiva di tre anni, è diviso in 3 fasi.
Analisi dati. I dati analizzati sono la quantità, le caratteristiche e le modalità di gestione dei rifiuti biologici urbani nelle quattro diverse aree partecipanti al progetto: l’area metropolitana di Barcellona, il Trentino, la contea Rhonda Cynon Taff (Galles) e l’area di Lisbona.
Attività sperimentali. Verranno applicate tecnologie innovative alla risoluzione di problematiche tecniche riguardanti la conversione da rifiuti biologi a prodotti biologici pronti per l’immissione sul mercato.
Analisi di mercato. L’obiettivo è cercare di aumentare al massimo l’appetibilità dei nuovi prodotti biologici verso i potenziali consumatori.