Guardia medica a processo «Truffa all'Azienda sanitaria»
Un medico convenzionato con l’Azienda sanitaria di Trento dovrà presentarsi davanti al giudice a metà marzo in quanto accusato di truffa per aver prodotto delle false autocertificazioni che avrebbero indotto in errore l’Azienda sanitaria trentina e quella di Mantova. Il medico, secondo gli accertamenti compiuti dalla Guardia di Finanza, avrebbero avuto due incarichi incompatibili tra di loro. In Trentino H.M. aveva lavorato in diverse occasioni come guarda medica. Per ricoprire l’incarico - secondo l’accusa - aveva presentato delle autocertificazioni dove aveva sottoscritto di non avere altri incarichi.
Dalle indagini, invece, sarebbe emerso che ricopriva un altro incarico di medico a Mantova. Non risulta che fosse in servizio lo stesso giorno in entrambe le Aziende, ma comunque i due ruoli sarebbero stati incompatibili.
Il procedimento è stato notificato all’Azienda sanitaria in qualità di persona offesa del reato in vista dell’udienza davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Trento. L’ammontare liquidato e contestato dalla finanza sarebbe - per la parte che riguarda il lavoro svolto a Trento - di 30 mila euro.
Costituitasi parte civile, per seguire la vicenda l’Azienda sanitaria ha nominato un legale esterno, l’avvocato Teresa Gentilini.
Si tratta di un’accusa che il medico, difeso dallo studio Stefenelli di Trento, è pronto respingere.
La normativa prevede il divieto per i dipendenti pubblici di svolgere incarichi retribuiti che non siano stati conferiti o previamente autorizzati dall’amministrazione di appartenenza e anche l’ipotesi di responsabilità erariale soggetta alla giurisdizione della Corte dei conti in caso di omissione del versamento del compenso da parte del dipendente pubblico che abbia percepito retribuzioni indebitamente. La normativa nazionale si intreccia però con quella provinciale e quindi l’esito del procedimento è tutt’altro che scontato.
Sono attualmente 106 i medici di continuità assistenziale che fanno a turno per garantire l’assistenza sanitaria di base anche la notte o durante i giorni festivi nelle 21 sedi previste dal nuovo assetto approvato a novembre 2016.
Con delibera l’Azienda sanitaria, su disposizione della Provincia, aveva provveduto a riorganizzare il servizio di guardia medica tagliando le zone dove - secondo le statistiche - il numero degli accessi era basso. Così con delibera erano state cancellate le sedi di Cavalese, Pieve Tesino, Baselga di Pinè, Cles, Denno, Segonzano, Lavarone, Mori, Arco, Bezzecca-Ledro, Tione mentre sono stati mantenuti di altri presidi solo nei periodi di maggior afflusso turistico (San Martino di Castrozza, Levico Terme, Malé, Andalo, Madonna di Campiglio).