«Chi non vaccina i bambini fa rischiare i più deboli»
Bene Trento ma faccia di più per la copertura esavalente. A chi non vaccina dice: si mette a rischio così la vita dei bambini più deboli come chi ha leucemia e non può vaccinarsi. Il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, ieri sera era al cinema Roma invitato dai Lions per parlare di vaccini. Prima dell’incontro lo abbiamo intervistato.
Presidente, come giudica la copertura vaccinale in Trentino?
La Provincia di Trento è al 93% di copertura per l’esavalente e al 91% per il morbilllo, soprattutto quest’ultimo dato è positivissimo perché non ha mai avuto una copertura così alta. Sull’esavalente occorre lavorare ancora perché deve raggiungere almeno il 95%. Ma sono tutti dati in miglioramento e noi siamo soddisfatti. La media italiana oggi è del 95% fatta da regioni come il Piemonte dove si è arrivati al 97% e territori come Trento in cui si è al 93%. L’importante alla fine è avere tutti i territori almeno al 95%.
Nella scuola trentina ci sono ritardi sull’applicazione del piano per le scuole. È preoccupato?
No, direi che anche su questo tutte le regioni e anche le Province autonome si sono mosse e a ieri si sono avuti pochissimi casi veramente critici, che si sono contati sulle dita di una mano grazie al lavoro degli operatori scolastici dei presidi e degli operatori sanitari. Le uniche vere aree di criticità sono la provincia di Bolzano e la provincia di Rimini dove la copertura è molto al di sotto della soglia di sicurezza.
L’obbligo è una forma utile per aumentare la copertura vaccinale dei bambini?
Nel migliore dei mondi possibili sarebbe bellissimo che tutti, avendo una cultura scientifica adeguata, come in Svezia dove hanno una copertura vaccinale del 99% senza obbligo, vedessero la vaccinazione come una cosa naturale. Ma in Svezia se ci fosse una mamma antivax verrebbe cacciata immediatamente da scuola dalle altre mamme e non dalla politica o dalla scuola, perché la cultura scientifica è talmente forte per cui la scelta no vax sarebbe considerata totalmente irrazionale. Da noi purtroppo c’è stato bisogno di questo intervento di emergenza perché eravamo in emergenza, e le cito un dato in merito: l’anno scorso l’Italia nel panorama del morbillo è stata la quinta peggiore dopo Afganistan, il Pakistan, la Nigeria, e Romania, dove la copertura vaccinale è stata bassa non perché non volessero vaccinarsi ma perché non avevano i vaccini. Essere nel novero dei Paesi dove i vaccinatori sono uccisi perché portatori di un messaggio occidentale non va bene. Lì gli operatori vaccinali li proteggono con le armi, noi li proteggiamo con la forza del diritto.
Pensa che col cambio di governo l’obbligo verrà abolito?
Io non credo, perché c’è una legge consolidata e anche la Corte costituzionale ha detto che era legittima e auspicabile. Il Parlamento è sovrano ma non credo che cambierà la legge perché ha avuto ottimi risultati e ciò ci spinge ad andare avanti sulla strada del coinvolgimento e dell’informazione. La legge rende possibile rivedere per la quadrivalente l’obbligo vaccinale, ma si deve farlo solo quando si è convinti che ciò non ci metterà a rischio come l’Afganistan.
Chi non vaccina i bimbi di fatto mette in pericolo quelli più deboli dal punto di vista immunitario?
Sì assolutamente sì ed è soprattutto per loro che l’abbiamo fatto: in Italia ci sono 1.500 bimbi leucemici e diverse decine di migliaia di bimbi immunodepressi che non si possono vaccinare ed è giusto che anche questi possano andare a scuola. Non stiamo parlando di cinque bambini, ma di migliaia di bambini che corrono un rischio mortale se contraggono ad esempio il morbillo. Perché mettere a rischio la vita di questi bambini se c’è una tecnologia sicura protettiva tranquilla e che la scienza ci dice che va fatta?