Sito-truffa ruba l'identità a una azienda trentina
Hanno scoperto che il nome della loro società era stato utilizzato su un sito-truffa. Sono stati minacciati da sconosciuti che pretendevano merce di cui loro non sapevano nulla. Alla casella di posta elettronica certificata sono arrivati all’improvviso messaggi di avvocati, associazioni di consumatori (anche dalla Spagna) e di semplici cittadini che chiedevano spiegazioni su cellulari pagati e mai ricevuti. L’incubo per due imprenditori trentini è iniziato lo scorso giugno.
«Abbiamo ricevuto una e-mail da parte di una donna che sosteneva che il telefonino che aveva ordinato da noi non le era stato consegnato - spiegano - Siamo caduti dalle nuvole, anche perché noi non vendiamo cellulari. Controllando sul web, abbiamo capito che qualcuno ci aveva rubato il nome della società e la partita Iva, per utilizzarli su un sito truffa di vendite on line». La ditta «clonata» (nel nome e nella ragione sociale) è la Ngi Store srl di Trento, con sede in via Alto Adige 170, che si occupa di vendita nei negozi di cover e accessori per i cellulari. I due soci, entrambi trentini, gestiscono due punti vendita in franchising della catena italiana Cover Store. Alle sedi di Trento, in Galleria dei Partigiani, e di Bolzano, al centro commerciale Twenty, presto se ne aggiungerà una terza a Valencia, in Spagna.
La truffa, di cui anche i due soci trentini sono vittime, funziona così: i malintenzionati rubano i dati della società depositati alla Camera di Commercio e li pubblicano sui siti truffa, in cui vengono pubblicizzati cellulari a prezzi fin troppo convenienti. Si parla di iPhone e di Samsung Galaxy di ultima generazione da 50 a massimo 150 euro. Ad attirare clienti sono sia le offerte che la credibilità della ditta: il sito mostra il nome della società (la Ngi Store, ignara di tutto), la partita Iva e l’indirizzo (dati reali), con foto (fasulla) della sede. Tante persone hanno prenotato il cellulare e versato l’importo, ma nessun pacco è mai stato loro recapitato. Il sito non è altro che uno specchietto per le allodole: serve solo per incassare il denaro attraverso carte di credito prepagate o conti aperti con documenti rubati. Dopo qualche settimana di attività illegale, i malintenzionati aprono un’altra pagina web con offerte simili utilizzando gli stessi dati, moltiplicando gli introiti e le vittime.
Ad un certo punto il caso è scoppiato su alcuni forum on line. Nelle discussioni, tra l’altro, appariva chiaro che la responsabilità non era delle ditte citate sui siti ma dei «banditi» del web, con il consiglio di diffidare di prezzi troppo basi e di certi tipi di pagamento poco sicuri. Nel frattempo, però, alcune delle persone truffate si erano rivolte, per chiedere spiegazioni, all’unico indirizzo presente sul sito, quello della società trentina Ngi, che è sempre stata completamente all’oscuro dello «sfruttamento» del proprio nome per fini illeciti.
All’impegno per la gestione dei negozi, dunque, i due imprenditori trentini da mesi aggiungono la fatica di una battaglia contro i siti-truffa. «Tra raccomandate ed e-mail abbiamo ricevuto da giugno dell’anno scorso ad oggi una cinquantina di segnalazioni da parte di persone che si lamentano della mancata consegna dei cellulari. Una e-mail ci è stata inviata da un’associazione per la tutela dei consumatori della Spagna - spiegano - A fronte di questo, noi abbiamo presentato fino ad oggi ben 8 denunce per sostituzione di persona, perché il nostro nome è stato utilizzato da malintezionati». Da giugno ad oggi si contano ben 51 siti differenti che si sono fregiati del nome «Ngi Store», con decine e decine di vittime in tutta Italia.
«Un giorno ci siamo trovati una persona davanti all’ufficio. Pensava che fossimo noi i responsabili della mancata consegna dello smartphone e ci ha minacciato. Abbiamo dovuto spiegare che ci occupiamo della vendita di cover e di accessori, non di cellulari. Inoltre noi non abbiamo neppure un sito internet - spiegano i due imprenditori - Tra le vittime del raggiro c’è anche chi è riuscito ad avere anche i numeri di cellulare privati. Inoltre, attraverso le visure camerali, sono stati divulgati su siti-truffa i nostri nomi, quali soci della Ngi, ma pure i nostri indirizzi privati. Siamo esasperati e per un certo periodo abbiamo anche avuto paura per le minacce ricevute. Non passa settimana che non veniamo contattati da polizia, carabinieri e guardia di finanza: ormai gli investigatori sanno che noi non c’entriamo nulla con i siti di vendita, ma ci comunicano l’arrivo di segnalazioni da tutta Italia. Per noi è una perdita di tempo, ma soprattutto di immagine. La nostra fortuna è che possiamo dimostrare che siamo estranei alla vendita di smartphone in quando ci occupiamo solo di cover e di accessori. Ma per sicurezza, abbiamo sempre con noi il faldone con le denunce».