Benedetta Parodi contro Diprè Imputato per il «pollo alla coca»
Ex politico (partito con la Margherita e poi atterrato in Lega Nord), ex avvocato ed ex giornalista (radiato dall’Ordine), critico d’arte, telepredicatore, re del trash, produttore di video (ovviamente trash). Non mancano adrenalina e guai nella vita di Andrea Diprè, 42enne originario di Tione. L’ultimo guaio in ordine di tempo è una querela per diffamazione presentata da Benedetta Parodi conduttrice tv (ora a «Domenica In») e famosa per programmi e libri dedicati alla cucina.
E in cucina la regina dei fornelli è stata collocata anche in un video interpretato da Diprè, intitolato «Pollo alla cocaina». Non è una ricetta che la Parodi ha mostrato di gradire. Non stupisce vista la girandola di presunte sniffate e di primi piani di fondi schiena femminili in cui sono stati inseriti spezzoni che ritraggono la Parodi mentre presenta un pollo al curry preparato in 9 minuti con l’uso di farina bianca. Di certo il video, caricato su YouTube, invece è stato apprezzato dal popolo del web, come dimostrano le quasi 89 mila visualizzazioni collezionate da Diprè fino a ieri sera.
Per quel video ora Diprè è finito a giudizio con l’accusa di diffamazione. La procura aveva chiesto l’archiviazione ritenendo che il video, pur provocatorio e di dubbio gusto, rispettasse i confini della satira. All’archiviazione si è però opposto con successo il legale di Benedetta Parodi secondo cui l’accostamento proposto nel video tra farina bianca e cocaina è diffamatorio e lesivo della reputazione della nota presentatrice tv. Valutazione condivisa anche dal gup Marco La Ganga che ha invitato la procura a formulare l’imputazione.
Il giudice sottolinea come le immagini del pollo tagliato dalla Parodi risultino sovrapponibili con la visione di glutei femminili sui quali viene posta una sostanza bianca che Diprè fa finta di sniffare. La scena finale mostra la ripresa della ricetta iniziale con la Parodi che esclama di essere «carichissima», con evidente richiamo all’effetto della cocaina. Secondo il giudice si travalica nettamente il diritto di cronaca o di manifestazione artistica. E dunque Diprè finisce a giudizio.