Stranieri, per i permessi attesa fino a 8 mesi
Fino ad otto mesi di attesa per l’emissione o il rinnovo del permesso di soggiorno. Una situazione critica per molti lavoratori e famiglie straniere, di fronte alla quale i sindacati chiedono si intervenga al più presto. Per questo le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto, con una nota ufficiale, un incontro con il questore di Trento Massimo D’Ambrosio.
I referenti per l’immigrazione di Cgil Cisl Uil del Trentino Assou El Barji, Abdelali Ettahiri e Qabil Abdelkhalik, da tempo raccolgono ai loro sportelli il forte disagio in cui versano molti lavoratori e famiglie straniere.
Il ritardo è determinato dalla grave situazione di arretrato che si è creato in moltissime questure italiane, Trento compresa e di cui pagano le conseguenze i cittadini immigrati che si trovano nell’impossibilità di rientrare nei loro paesi di origine o di uscire dal territorio italiano in quanto, con la ricevuta dell’avvenuta presentazione della richiesta di rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno, l’uscita e il rientro dello straniero dall’Italia può avvenire solo con volo diretto, verso e dal paese d’origine, senza scali in Paesi dell’Area Schengen. Molti rischiano persino di perdere il posto di lavoro.
«Siamo consapevoli che, nonostante la norma preveda che il termine per ottenere il titolo di soggiorno sia di 60 giorni, poi di fatto nessuna questura italiana lo rispetta - spiegano El Barji, Ettahiri e Abdelkhalik - e conosciamo le difficoltà in cui operano i dipendenti delle questure. È grave però che a Trento la quasi totalità delle pratiche in trattazione stanno superando il termine dei otto mesi; vi è anche chi da oltre un anno attende una risposta».
Proprio per questo sono sempre di più coloro che ripetutamente si presentano agli sportelli sindacali per chiedere notizie sull’esito delle proprie richieste o che delegano studi legali con la speranza di sbloccare le lungaggini burocratiche. Senza ottenere, purtroppo, risposte positive.
Le conseguenze di questa situazione sono pesanti per molte famiglie di stranieri. Ci sono invalidi che restano senza pensione per alcuni mesi perché la normativa prevede la sospensione dell’erogazione dell’assegno fino alla presentazione del nuovo permesso di soggiorno; studenti costretti a rinunciare alle gite scolastiche in paesi dell’Unione europea; datori di lavoro che si trovano in difficoltà perché non possono mandare i propri lavoratori in cantieri frontalieri e che possono decidere di licenziarli e agenzie interinali che faticano ad accettare curricula di lavoratori con un permesso di soggiorno scaduto da mesi. C’è poi la situazione paradossale degli studenti universitari stranieri che ogni anno, per chiedere il permesso di soggiorno per motivi di studio aspettano fino a dieci mesi, ottenendo un documento che ha una validità di dodici mesi e che al momento del rilascio è ormai prossimo alla scadenza.