Adunata: il negozio degli alpini preso a sassate nella notte
Sassi grossi come un pugno sono stati scagliati contro tre vetrine dell’«Adunata store», il negozio dedicato agli alpini in via Santissima Trinità. È successo tra le 4 e le 5 dell’altra notte. «Ho sentito una gran botta, ma solo al mattino ha capito cosa era accaduto» spiega Giulio Biasini, dipendente del negozio gestito dalla Sartoria Schiavi di Piacenza, che propone capi d’abbigliamento e gadget ufficiali dell’evento. «Dormo in una stanza attigua al laboratorio dello store - racconta - Nella notte ho sentito caos provenire dalla strada. Non mi sono preoccupato. Stamattina (ieri per chi legge, ndr) ho trovato le vetrine rotte».
Nessuna scritta, nessuna rivendicazione. Gli uomini della Digos stanno verificando l’accaduto.
È il primo «attacco» contro un negozio dedicato agli alpini. Lo conferma Marica Montanari della Sartoria Schiavi. «Sono sette anni che giriamo l’Italia con le adunate. Un episodio del genere non era mai capitato. Sono davvero molto amareggiata - evidenzia - Chi ha fatto ciò è disinformato o è rimasto indietro di 100 anni. Abbiamo visto negli ultimi anni che gli alpini sono i primi ad arrivare quando c’è bisogno, ad esempio con i terremoti: aiutano la gente, danno conforto. All’Aquila in occasione dell’adunata del 2015 hanno voluto che il nostro store fosse nel centro della città. Era tutto deserto, non c’era nessuna negozio agibile. Con la Croce Rossa è stato sistemato un container con una tenda davanti: il nostro temporary shop in breve tempo era diventato un punto di riferimento e dopo di noi sono arrivati altri negozi. Nessuno ci ha toccato, anzi con l’occasione la gente aveva iniziato a passeggiare in città, dopo sei anni che il centro era deserto».
Il negozio di Trento è stato aperto a fine marzo e chiuderà a fine mese, come previsto. «La nostra azienda è una sartoria militare - era stato spiegato il giorno dell’inaugurazione - che da 40 anni si occupa di vestire gli alpini e gli uomini della Protezione civile, i volontari della Croce rossa, talvolta anche i carabinieri e la polizia. Da sette anni siamo presenti alle Adunate nazionali degli alpini e, ormai, abbiamo accumulato una certa esperienza». Non immaginavano di finire nel mirino di chi - con evidenti simpatie per l’area anarco insurrezionalista - vorrebbe sabotare la festa e, in nome dell’antimilitarismo, preferisce la distruzione al confronto.
«Rispetto le idee di tutti - aggiunge Montanari - Ma quando si arriva a rompere i vetri, ad usare la violenza, si passa dalla parte del torto. Parlo di violenza, perché le persone che hanno agito non si sono limitate a tirare i sassi: si sono accanite con forza colpendo più volte i vetri antisfondamento fino a romperli. Hanno utilizzato sassi grossi come pompelmi, appuntiti. Mi chiedo: se fossimo stati nel negozio, ci avrebbero dato due schiaffoni? Si stanno accanendo contro persone, come gli alpini, che aiutano chi ha bisogno».