«Tesoretto» della Lega, perquisita Sparkasse
Un regolamento interno tra correnti o un tentativo, forse maldestro, di fare rientrare dalla finestra ciò che anni fa era uscito dalla porta principale. A chi sono riconducibili quei tre milioni di euro che subito dopo le elezioni del 4 marzo sono stati trasferiti dal Lussemburgo all'Italia?
La Guardia di finanza di Genova, su input della procura del capoluogo ligure, ha fatto acquisizioni di documenti alla banca Sparkasse di Bolzano e in una filiale di Milano per capire se quei soldi sono parte del cosiddetto «tesoro» del Carroccio: 48 milioni di rimborsi elettorali dal 2008 al 2010, non dovuti, per i quali sono stati condannati in primo grado per truffa, nel luglio dello scorso anno, Umberto Bossi e l'ex tesoriere Francesco Belsito e per i quali è in corso l'appello.
Le fiamme gialle hanno sequestrato documenti cartacei e file informatici al presidente dell'istituto di credito altoatesino, Gerhard Brandstätter, e ad altri dirigenti oltre che dipendenti a Bolzano e Milano.
Dati informatici sono stati acquisiti dalla sede del server della banca a Collecchio (Parma).
Dopo la condanna di Umberto Bossi e Francesco Belsito, i magistrati e la guardia di finanza hanno cercato di rintracciare i 48 milioni, per chiederne la confisca in caso di condanna definitiva. Ma solo 2 milioni sono stati trovati; il resto, secondo i vertici della Lega non ci sarebbe più, perché speso negli anni passati per attività politiche.
Ne era nato un braccio di ferro tra la procura e gli avvocati della Lega: la prima chiedeva il sequestro delle cifre che sarebbero arrivate successivamente nelle casse del partito, i secondi che i magistrati si dovessero fermare.
Nei mesi scorsi la Cassazione aveva dato ragione ai pm genovesi. Nel frattempo, a dicembre 2017 l'ex revisore contabile Stefano Aldovisi, uno dei condannati insieme a Bossi e Belsito, aveva presentato un esposto dove segnalava che i soldi erano forse stati «dirottati» verso la Sparkasse e da qui fatti sparire all'estero.
Ne era nata una indagine per riciclaggio che nei giorni scorsi ha avuto una accelerazione dopo la segnalazione fatta a Bankitalia dal Lussemburgo sui 3 milioni.
La banca fa sapere che quelle movimentazioni non sono riconducibili al Carroccio. «La Sparkasse - dice l'istituto - ha fornito i chiarimenti necessari per identificare i titolari delle operazioni che si presumeva potessero essere riconducibili alla Lega (titolare di un conto tra il 2013 e il 2014)». Gli accertamenti riguardano «una specifica operazione di acquisto titoli effettuata nel 2016 e un'operazione di vendita fatta a gennaio 2018. È normale operatività del portafoglio di tesoreria di proprietà della banca e le transazioni non sono assolutamente riconducibili alla Lega».