Processo «vitalizi d'oro» la Regione resta assente
Assente il Consiglio regionale, nel processo sui «vitalizi d'oro» l'unica parte civile costituita è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Filippo Degasperi. Il Tribunale di Bolzano ha invece escluso dal processo il Comitato cittadino a 5 stelle anti vitalizi che chiedeva ai due imputati un risarcimento che sfiorava i 10,8 milioni di euro.
La prima udienza del processo - che vede imputati, su un'ipotesi di abuso d'ufficio e truffa, l'ex presidente del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige Rosa Zelger Thaler e l'ex presidente di Pensplan Gottfried Tappeiner - è stata dedicata interamente all'ammissione di prove e testimoni e alle parti civili. La difesa di Thaler, con l'avvocato Paolo Fava, ha dato battaglia chiedendo l'esclusione sia di Degasperi (difeso dall'avvocato Maria Cristina Osele), sia del Comitato: il primo perché all'epoca dei fatti non era consigliere provinciale, il secondo perché non si era ancora costituito. I giudici hanno accolto questa testi per il solo Comitato, non per Degasperi che è stato ammesso come parte civile (chiede un risarcimento danni d'immagine quantificato in 15 mila euro). Questo perché, come ha sottolineato l'avvocato Osele, Degasperi era già consigliere regionale all'epoca del rinvio a giudizio dei due imputati. «È un successo clamoroso - sottolinea il consigliere provinciale pentastellato - visto che a Trento la nostra richiesta era stata respinta in pochi minuti di discussione. A Bolzano invece siamo parte nel procedimento penale. Peccato per la latitanza della Regione che secondo la procura è stata danneggiata,eppure ieri non si è vista in aula. Avrebbero potuto almeno spiegare ai cittadini perché hanno rinunciato a chiedere un risarcimento per l'enorme danno subito. Sarò io a rappresentare in aula l'istituzione per restituire dignità all'autonomia». Un successo politico-giudiziario di cui si è compiaciuto anche Luigi Di Maio: «Forza Filippo Degasperi! Il nostro candidato presidente in Trentino ha scoperto la magagna dei vitalizi regionali, supportiamolo al massimo», ha scritto il vicepremier su Instagram.
L'udienza è poi stata aggiornata al 19 di novembre quando si aprirà il dibattimento con la deposizione dei testi chiamati dall'accusa. Le indagini erano state condotte dalla procura di Trento, anche se poi il procedimento è passato per competenza a Bolzano. L'accusa verte sull'adozione di parametri su cui calcolare vitalizi per i consiglieri regionali ritenuti molto, anzi troppo, favorevoli (si calcolava, tra l'altro, un'aspettativa di vita attorno ai 90 anni, inoltre sarebbe stato sovrastimato il tasso di attualizzazione dei vitalizi).
All'epoca era presidente di Pensplan Centrum il professor Tappeiner: il suo studio sui vitalizi, secondo le accuse, sarebbe stato preferito dall'allora presidente del Consiglio regionale Thaler, che «neutralizzò» una consulenza precedente (e meno favorevole) affidata ad un altro professionista (Stefano Visintin che sarà tra i testimoni del processo). Gli inquirenti calcolarono che lo «studio Tappeiner» avrebbe portato ai consiglieri un vantaggio ingiusto (e dunque secondo l'accusa un danno per la Regione) di oltre 10 milioni di euro.
Le accuse sono sempre state respinte dalle difese. L'avvocato Fava, legale di Rosa Thaler - già in udienza preliminare aveva depositato una memoria in cui sostiene che i parametri indicati da Tappeiner per il calcolo dei vitalizi erano corretti e in linea con i calcoli fatti da Visintin se si tiene conto dell'impatto dell'inflazione. Così come in linea con i valori Istat e con gli ultimi studi condotti sarebbero per la difesa anche i dati sull' aspettativa di vita.