Assegno unico aiuti al reddito boom La novità: aiuti a chi perde la disoccupazione
Ci sono 80 milioni di euro a disposizione,lo scorso anno 42mila richieste
Dopo le 42.000 domande del primo anno, per l’assegno unico provinciale è partita la nuova campagna.
Da circa 10 giorni è possibile presentare la richiesta per gli aiuti (80 milioni di euro a disposizione) per il 2019. Con alcune novità come la premialità per chi si impegna maggiormente nell’attività lavorativa. O l’integrazione del sostegno al reddito per chi termina di beneficiare degli assegni di disoccupazione statali.
Nel primo anno la spesa è stata pari, finora a 76,2 milioni di euro (3,6 sono stati recuperati dallo Stato), con 42.424 domande presentate tra il 9 ottobre 2017 e il 17 settembre di quest’anno di cui 37.752 (89%) idonee, con diritto ad almeno a una delle quote di assegno. Considerando i nuclei familiari allargati, la popolazione interessata dall’intervento sarà di circa 146.432 unità. Il beneficio medio è stato di circa 170 euro al mese. Il confronto tra gli interventi erogati nel 2017 e quelli assorbiti nel 2018 dell’assegno unico provinciale vede un aumento del 9% delle famiglie idonee. C’è poi stato un incremento consistente per la quota a sostegno del reddito che ha preso il posto del reddito di garanzia: i beneficiari passano da 5.700 a 10.524 (+85%), la spesa aumenta da 13,7 milioni di euro a 24,6 milioni di euro (+79%). Gli incrementi, spiega la Provincia, sono stati maggiori delle previsioni e sono dovuti da un lato all’innalzamento della soglia Icef da 0,13 a 0,16 (prevedibile). Dall’altro, non si era potuto stimare l’effetto creatosi per il fatto che l’assegno unico «ha perso rispetto al reddito di garanzia quel carattere di “stigma” in quanto considerato da sempre quale sostegno esclusivo per i meno abbienti».
Per quanto riguarda il sostegno alle famiglie con figli gli incrementi sono in linea con le previsioni e in maggior parte si spiegano – relativamente al numero dei beneficiari (+7%) con la parificazione, per tutti i nuclei familiari, a 18 anni dell’età dei figli per i quali spetta la quota dell’assegno in questione – relativamente alla spesa (+ 30%) – alle maggiori risorse destinate per questa finalità. Cala il numero di idonei sul fronte degli aiuti per gli invalidi (ma per fine anno si prevede di colmare la differenza (-4%) ma un incremento della spesa (+18%). L’ex reddito di garanzia è così andato a 10.524 nuclei familiari contro i 5.700 del 2017, con una spesa che è passata da 13,7 a 24, 6 milioni.
La quota per i figli passa da 29.300 a 31.342 per 41, 6 milioni di euro, la quota asili nido ha riguardato 2.300 famiglie per 3 milioni di euro, la quota invalidi 5.565 persone con 10,6 milioni di euro.
Le novità per il 2019. È partita lunedì 17 la raccolta delle domande per ricevere l’assegno unico nel 2019 con alcune novità. La prima è un incentivo per chi si impegna maggiormente nell’attività lavorativa. In pratica, l’aumento di reddito da lavoro rispetto all’anno precedente, se pari ad almeno 1.200 euro, il che vuol dire che l’attività lavorativa è aumentata significativamente, non viene preso in considerazione per il calcolo dell’Icef dell’anno successivo. La seconda è l’integrazione del sostegno al reddito per chi termina di beneficiare dell’Aspi e della Dis-coll (cioè dei sostegni statali per i lavoratori dipendenti e per i collaboratori coordinati e continuativi che perdono il lavoro), avendo goduto dell’intero periodo, è prevista un’integrazione della quota di sostegno al reddito, per 12 mesi, variabile da 100 a 300 euro mensili.