Furto dal gommista, arrestati poco dopo Uno dei malviventi: «Sono un poliziotto»
Hanno visto due uomini correre verso un furgone e, insospettiti, hanno inseguito e bloccato il mezzo. A bordo c'erano anche altre due persone, tutte moldave e il classico «armamentario» da furto: piede di porco, guanti e altri arnesi da scasso.
Il tempestivo intervento della polizia, venerdì sera, ha permesso di arrestare quattro giovani per furto aggravato e ricettazione: due sarebbero scappati dal capannone che ospita la Br Pneumatici di via Via Kufstein 25, a Spini, dopo avere divelto una porta a vetri e rubato un pc, un tablet e il fondo cassa. Due avrebbero fatto il palo. E tra i malviventi, tutti incensurati, ci sarebbe un uomo in divisa: uno dei moldavi sostiene di essere un poliziotto. Insomma, agente a casa sua e ladro in Italia, se questo venisse confermato.
La squadra volante della polizia, raggiunta anche dal Reparto prevenzione crimine Lombardia, venerdì sera era impegnata nell'attività di controllo del territorio. Ed è nell'ambito di questa azione di prevenzione che gli agenti - verso le 20.50 - hanno notato due giovani correre verso un furgone, un Opel Combo. Di sera, in zona produttiva, tanta fretta non è passata inosservata. Gli agenti si sono messi all'inseguimento del mezzo, bloccato poco dopo. A bordo quattro uomini (due 32enni e due 31enni). Tre risultavano arrivati da poco in Italia, mentre un quarto risiede a Bolzano, presso la Casa del giovane lavoratore. È scattata la perquisizione del veicolo: sul furgone gli agenti hanno trovato vari arnesi da scasso (dal piede di porco al cacciavite), un tablet, un computer e una tanica di gasolio. A confermare i sospetti sulla provenienza illecita di quel materiale è stato il direttore del negozio, Franco Casale, che nel frattempo era arrivato sul posto allertato dalla vigilanza privata, visto che era scattato l'allarme. «Quando sono arrivato - racconta - non mi sono accorto subito del furto. Ma quando ho notato le macchine della polizia in strada ho avuto il sospetto che fosse accaduto qualcosa. A quel punto sono tornato indietro e ho scoperto che avevano forzato l'accesso laterale». Dopo avere cercato invano di rompere il vetro antisfondamento, che si è solo crepato, hanno di fatto scardinato il telaio. Dentro hanno preso il fondo cassa - una ventina di euro in monetine da 1 e 2 centesimi - e sono saliti al piano superiore, nell'ufficio, a caccia di denaro, come dimostrano cassetti e armadi aperti.
Qui hanno prelevato un tablet e un pc. Apparecchi che sono stati poi ritrovati sul furgone e che il responsabile, avvicinatosi agli agenti per denunciare il furto, ha riconosciuto. La refurtiva è stata restituita, ma restano i danni ingenti alla porta. Per i quattro, a quel punto, è scattato l'arresto in flagranza per furto aggravato (ma è stata contestata anche la ricettazione per la tanica di carburante).
Sabato mattina i quattro moldavi, difesi dagli avvocati Maddalena Mottes e Luca Marconi, sono stati processati per direttissima. Il giudice ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere, in attesa dell'udienza fissata per il 17 dicembre. Uno degli indagati, come detto, in aula ha dichiarato di essere laureato in giurisprudenza e di essere un poliziotto, facendo riferimento ad un tesserino (sulla circostanza sono in corso verifiche della squadra mobile, che ha contattato il Servizio per la Cooperazione internazionale di polizia) e spiegando di essere arrivato in Italia due settimane fa perché dovevano prendere un'auto per un amico. L'uomo avrebbe ammesso il furto, scusandosi e dicendosi pronto a risarcire. In aula ha spiegato che erano rimasti a piedi, di avere chiesto aiuto a due connazionali che erano a Bolzano (e che sostengono di essere arrivati con l'autobus) e di essere penetrato con un altro connazionale (che pure ammette il fatto) nel capannone, per cercare una batteria per la macchina. Un versione che, evidentemente, non ha convinto il giudice, anche a fronte delle contraddizioni emerse nel racconto su quanto successo quella sera fatto dagli altri due.