Baby sitter sequestrata e violentata a Verona
Ha risposto ad un annuncio pubblicato on line per fare la baby sitter, ma è finita nell'incubo di una notte di violenza, sequestrata e abusata sessualmente dalla coppia, marito e moglie, che doveva darle il lavoro. Un'esperienza traumatica quella vissuta da una studentessa ventenne, che nonostante le minacce dell'uomo di divulgare le foto che questi le aveva scattato, si è rivolta alla polizia, permettendo l'arresto dei suoi aguzzini. In manette, su ordine di custodia del Tribunale scaligero, sono finiti Mirko Altimari, 31 anni, e Giulia Buccaro, 28 anni.
Erano stati a loro a pubblicare sui social l'annuncio per baby-sitting, facendo finire nella trappola la ragazza, che aveva risposto il 10 gennaio scorso. La studentessa aveva offerto la propria disponibilità ad accudire il presunto bambino della coppia, lasciando il proprio recapito telefonico. È stata contattata dai coniugi e dopo un breve scambio di informazioni, si è accordata per fare la baby sitter quella stessa sera. L'appuntamento era stato fissato per le ore 23, nei pressi di Porta Vescovo. La ventenne ha trovato la donna ad aspettarla, in auto; è salita, e insieme alla donna si sono dirette in un'altra zona, per raccogliere anche Mirko Altimari. Ma anziché recarsi a casa, la coppia si è diretta in aperta campagna, in zona di Poiano, nei pressi di un casolare abbandonato. Qui la donna si è allontanata, lasciando la studentessa in balia del marito, che dopo averla fatta scendere, sotto la minaccia di un taglierino, l'ha abusata sessualmente. Infine ha scattato alla ragazza, senza vestiti, alcune foto, minacciando di divulgarle sul web se fosse stato denunciato alla polizia. Una volta libera la giovane ha invece composto il numero del 113, chiedendo aiuto, e raccontando poi alla squadra mobile quanto le era accaduto quella terribile notte.
Sulla base degli elementi raccolti, il giudice ha emesso quindi un ordine di custodia cautelare per violenza sessuale, aggravata, e sequestro di persona. La coppia ora si trova nel carcere di Verona.