Addio a Silvano Dusevich commerciante del centro e anima del ciclismo trentino
Il suo impegno nel commercio, il forte senso civico, la passione per le moto e per il ciclismo. Quella di Silvano Dusevich era una figura poliedrica. Un uomo che sapeva mettere entusiasmo in qualsiasi campo si cimentasse.
È scomparso nel pomeriggio di ieri all’hospice Cima Verde, dopo aver lottato con dignità contro la malattia che l’aveva colpito un anno fa.
Nato nel giugno nel 1944, in estate avrebbe compiuto 75 anni. Gli ultimi mesi sono stati i più difficili, dopo che a dicembre era rimasto coinvolto anche in un incidente stradale in A22. La sua auto era rimasta coinvolta in un tamponamento prendendo poi fuoco. Dusevich era riuscito ad uscire in tempo dall’abitacolo ma le fratture riportate avevano peggiorato le sue già delicate condizioni di salute.
Il suo nome, in città, è stato storicamente legato al mondo del commercio: per anni aveva gestito la profumeria di via Roggia Grande che era stata aperta negli anni Sessanta dai genitori. Il padre, Luigi, era un forestale che era arrivato a Trento in servizio dalla natia Dalmazia ed aveva conosciuto nel capoluogo la futura moglie, Assunta Caldonazzi. Dopo essersi ritirato dall’attività di esercente, per godersi gli anni della pensione - tra un impegno e l’altro - con la moglie Paola, la profumeria era stata ceduta ed ora è gestita dalle nipoti.
Il suo nome era emerso tra quelli dei trentini che erano parte dell’organizzazione «Gladio» promossa dalla Nato durante la Guerra fredda per contrastare il rischio di un’invasione da parte dei paesi del blocco sovietico e della Jugoslavia di Tito in particolare.
Ma il nome di Silvano Dusevich è legato a filo doppio anche e soprattutto al mondo dello sport: fin da giovane aveva unito la sua passione per il ciclismo con quello per le moto, seguendo in sella le manifestazioni più prestigiose negli anni dell’epopea di Francesco Moser: i trofei Baracchi, i giri del Trentino, le kermesse anche fuori regione. E poi le feste, i ritrovi dei tifosi attorno ai campioni. Una passione sempre più grande, tanto che poi aveva voluto impegnarsi anche in prima persona nel mondo delle due ruote e a metà degli anni Settanta era entrato a far parte della Forti e Veloci.
La società ciclistica del capoluogo lo aveva annoverato tra le proprie fila dapprima come direttore sportivo dell’allora squadra juniores, poi come dirigente sempre più coinvolto nella “causa” rossoblù, tanto da assumere la carica di presidente a partire dal 1991, per non lasciarla più: «Uno bravo come lui, dicono i soci, dove andiamo a trovarlo?», riportava il cronista dell’Adige Armando Detassis nel 2002 nel dare notizia della sua ennesima rielezione alla massima carica societaria.
Grande il dolore di tanti amici che Silvano aveva saputo conquistare nel mondo delle due ruote: «Era una persona che gioiva nel donare. Una di quelle persone rare, dalla disponibilità e generosità che andavano ben oltre l’aspetto economico legato alla gestione di una società sportiva», ricorda commosso Fulvio Valle, segretario della società e da sempre inseparabile braccio destro di Dusevich.
«La sua generosità, la prontezza con cui si metteva sempre a disposizione di tutti, nello sport e non solo è nota a tutti», lo ricorda l’ex presidente della Federciclismo provinciale Giuseppe Zoccante: «Ricordo ancora quando lui era ancora ds e io postino e arrivavo a casa sua in via Venezia mentre puliva il furgone della Forti e veloci. Ho potuto andare a trovarlo venerdì, abbiamo ricordato tante belle pagine di questi anni. Sapeva che sarebbe stata difficile riuscire a farcela ma era sereno. Sapeva spendersi fino in fondo quando c’era qualcosa da organizzare, il suo entusiasmo lo portava a gettarsi in qualsiasi progetto in maniera totale. Era stato lui a promuovere i corsi di formazione per i motociclisti in modo che gli organizzatori delle corse avessero a disposizione le motostaffette e le scorte tecniche. Abbiamo tutti perso un grande amico ed un uomo che ha dato tanto, tantissimo al nostro movimento, non solo alla sua società ma a tutto il ciclismo trentino».