Caccia, è battaglia al Tar Ambientalisti contro la Provincia
Le associazioni animaliste e ambientaliste ricorrono al giudice contro la decisione della Provincia di abolire il comitato faunistico. Il ricorso al Tar, presentato venerdì scorso da Wwf, Lipu, Enpa, Pan-Eppaa, Legambiente, Lega anti vivisezione e Lega abolizione caccia, contesta il provvedimento della giunta basandosi su quattro motivi. Il primo contesta l’«incostituzionale (prima ancora che illegittima) intromissione normativa nella materia dell’ambiente» che «non rientra tra quelle di competenza provinciale primaria» spiega l’avvocato di Riva, Francesco Saverio Dalba, che sta seguendo il ricorso.
«Seppure attraverso il meccanismo regolamentare di delegificazione, si perviene a rimuovere dalla legge sulla caccia la partecipazione delle istanze ambientaliste, rimettendo tutto alla gestione amministrativa e politica» spiega il legale appassionato di zoologia, che da anni segue le controversie in materia di calendario venatorio e di ambiente. Su questo aspetto, il ricorso spiega come «a differenza del resto d’Italia, dove il coinvolgimento e la partecipazione delle associazioni ambientaliste è a monte, in Trentino esse possono solo intervenire a valle, impugnando il calendario venatorio. È pur vero che viene istituito un “tavolo faunistico provinciale” ma è allo stato larvale nel regolamento, completamente privo di poteri partecipativi ed è necessaria una ulteriore deliberazione giuntale volta a definirne organizzazione e modalità di funzionamento».
Il secondo motivo è la contestazione della decisione di eliminare un organo sulla base della riduzione della spesa. Che in questo caso sarebbe di meno di 1.500 euro annui secondo il ricorso. Gli altri due motivi riguardano «l’illegittimità» del nuovo tavolo faunistico, secondo il ricorso, poiché «la giunta non ha, in base alla legge di delegificazione, un potere istitutivo, ma solo modificativo o soppressivo». Il quarto riguarda poi «l’esclusione di ogni intervento ambientalista in sede di confezionamento del calendario venatorio (contenente forme e modalità dei “prelievi” e luoghi ove l’attività venatoria viene esercitata) è tale da contrastare con le disposizioni di diritto internazionale, recepite tanto a livello unionale, quanto nazionale». «Non si può lasciare alla sola politica la decisione sulla caccia» sintetizza Adriano Pellegrini del Pan-Eppa.
Per la giunta provinciale parla l’assessore alla caccia Giulia Zanotelli: «Le associazioni ambientaliste hanno tutto il diritto di fare ricorso contro la decisione, ma come Provincia confermiamo la correttezza e la fondatezza della decisione. Sul fronte del coinvolgimento dell’ambientalismo, la legge prevede il tavolo per la caccia e quella poi del Casteller che contempla il loro contributo».