Val di Fassa: è il lupo il nemico pubblico numero 1
I lupi rappresentano ormai una minaccia per i cittadini della val di Fassa.
Per una volta, in cima all’agenda del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, che si è riunito oggi pomeriggio presso la sede del Commissariato del Governo di Trento, non ci sono lo spaccio di droga, i furti nelle case o i blitz degli anarchici. Ci sono, invece, i lupi.
«Dalla riunione odierna del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza è emerso che la presenza di un branco di lupi in val di Fassa, molto confidente verso l’uomo, può rappresentare un problema per la sicurezza delle persone. È la prima volta che il Commissario del Governo e il rappresentante di Ispra accostano alla presenza del lupo in Trentino la questione dell’incolumità delle persone, siano esse residenti o turisti». Lo afferma, sintetizzando i contenuti del vertice, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti.
«Attendo ora - aggiunge il presidente - che il prefetto Sandro Lombardi invii il verbale della seduta, con una comunicazione ufficiale, così da procedere con la richiesta, che recapiteremo al ministero dell’Ambiente, di operare in deroga alle attuali normative e procedere al prelievo, in particolare la cattura, degli esemplari che più volte in passato sono entrati nel centri abitati della val di Fassa. Questi esemplari si sono spinti fin nei giardini delle abitazioni private o nei parchi giochi, frequenti in quel momento da adulti e bambini».
Lo stesso commissario del Governo ha ricordato la preoccupazione crescente degli amministratori e delle popolazione, compresi gli allevatori, per i ripetuti avvistamenti, incontri e predazioni del grande predatore all’interno anche dei centri abitati. Inoltre, il commissario ha ricordato il numero di lupi presenti in Trentino: 70 esemplari, divisi in 7 branchi, localizzabili soprattutto nelle zone della val di Fassa, Vallagarina (Monti Lessini), e Alta val di Non.
«Nel corso di questi mesi - come ha ricordato il commissario del Governo -, proprio per rispondere alla mancanza di serenità da parte della gente, sono state attivate le prime misure preventive, quali gli incontri informativi con le popolazioni e i controlli da parte delle forze dell’ordine in diverse fasce orarie della giornata».
Il tavolo di lavoro ha visto poi gli interventi dei sindaci, in particolare della valle di Fassa.
Il sindaco di Canazei ha sottolineato come sia venuta meno la garanzia che il lupo possa attaccare l’uomo: «Di recente abbiamo inviato a tutte le famiglia del Comune un opuscolo con le informazioni e i comportamenti da tenere in caso di incontro con un lupo». Inoltre, il sindaco ha espresso preoccupazione per possibili forme di contagio da parte dell’esemplare, più volte avvistato in paese, affetto da rogna. Un’ipotesi questa ridimensionata dal rappresentante dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari.
Il sindaco di Sèn Jan (San Giovanni di Fassa) e la procuradora del Común general de Fascia hanno portato all’attenzione dei partecipanti del tavolo le testimonianze di coloro che si sono ritrovati il lupo nel giardino di casa o in aree pubbliche. Di predazioni hanno invece parlato i colleghi di Mazzin e Moena: «I danni registrati dai gestori di malghe sono importanti e questo rischia di minare la fiducia degli allevatori che potrebbero preferite la stalla all’alpeggio estivo», hanno aggiunto.
Della stesso tenore sono stati gli interventi dei rappresentanti degli allevatori (Coldiretti, Cia e Confallevatori): «A poco più di mese dalla riapertura della stagione degli alpeggi c’è molta preoccupazione, sia per le predazioni dei capi di bestiame sia per l’incolumità degli stessi pastori che spesso dormono all’aperto con gli animali. Se gli allevatori rinunciano a portare al pascolo gli animali - hanno concluso - il danno non è solo limitato al nostro comportato ma anche a quello turistico e commerciale».
Il Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento ha segnalato due novità in tema di gestione dei lupi, ovvero l’autorizzazione da parte del ministero dell’Ambiente ad interventi di dissuasione e, soprattutto, la cattura di 5 esemplari per consentire approfondimenti e studio sulle loro abitudini.
Piero Genovesi, del Servizio per il coordinamento delle attività della fauna selvatica di Ispra (il braccio tecnico del ministero dell’ambiente), ha ricordato le numerose segnali di avvistamento di lupi che arrivano dall’intera penisola: «Il pericolo per l’uomo non va sottovalutato, non esiste rischio zero ma limitato». In particolare per la valle di Fassa, anche in risposta alle sollecitazioni dei sindaci e del presidente della Provincia autonoma di Trento, il tecnico ha concordato circa la possibilità che, comportamenti oltremodo “confidenziali” da parte di alcuni esemplari, possano generare possibili situazioni a rischio sicurezza e incolumità per le persone. Inoltre Genovesi ha ipotizzato l’opportunità di monitoraggio per il branco di lupi che ha colonizzato i monti Lessini e che si è protagonista delle incursioni in Vallagarina.