Not, una storia infinita manca la commissione le due offerte ancora ferme
Con il 2019 sono 20 gli anni di cui si parla, ufficialmente, di realizzare il nuovo ospedale del Trentino. La prima decisione ufficiale della Provincia in cui si indica l’avvio dell’iter, infatti, risale al 1999. Da allora passarono altri 12 anni per arrivare, a dicembre del 2011, al primo bando. Seguito poi da un secondo concorso di progettazione e da un altro bando, pubblicato nell’ottobre del 2018.
Ora, a distanza di quasi 10 mesi dalla pubblicazione della gara, e a quattro dall’arrivo delle due offerte, manca ancora la nomina ufficiale della Commissione incaricata di valutarle quelle offerte e di dare così l’avvio alla procedura, che durerà sicuramente parecchi mesi, per assegnare i lavori a una delle due cordate in corsa.
Nell’economia trentina c’è chi parla di ritardi che costano, visto che l’assegnazione permetterebbe alle aziende in corsa di poter contare su entrate importanti e alla popolazione di avere un ospedale che possa sostituire un Santa Chiara che sta arrivando a fine corsa e costa milioni di euro annui di manutenzioni straordinarie.
A chi chiede a Maurizio Fugatti le ragioni del ritardo nella nomina della commissione, il governatore replica: «La nomineremo nelle prossime giunte. La fretta sul Not mi pare che in passato non abbia fatto bene». La nuova giunta, va detto, è entrata in carica dopo l’avvio dell’ultimo bando.
Resta però la richiesta da parte dell’economia di fare presto e cominciare a esaminare un appalto che vale complessivamente oltre 1,6 miliardi di euro per 25 anni di concessione. In gara sono rimaste a otto anni dal primo bando (dicembre 2011) due cordate: Pizzarotti e Guerrato. Che attendono la commissione tecnica per poter vedere chi vincerà e partirà (salvo altri ricorsi al Tar e Consiglio di Stato) con il cantiere.
Con tale scelta si chiuderà una vicenda annosa. Il primo bando con quattro offerte aveva visto il 6 maggio 2013 Impregilo nominata promotore. Partono i contenzionsi e il Consiglio di Stato, il 13 ottobre 2014 dichiara illegittimamente composta la commissione tecnica di gara nominata dalla Provincia e dispone la “rinnovazione” della gara stessa. Anziché ottemperare alla sentenza, la Provincia chiede alla Cassa del Trentino un’analisi di confronto tra l’ipotesi di realizzazione e gestione del Not in forma diretta (appalto tradizionale) e quella (prevista nella gara in corso) che vede il coinvolgimento di capitali privati (Project Financing). E si sceglie così l’appalto tradizionale calcolando un “vantaggio” di 13 milioni di euro a favore dell’amministrazione.
In realtà secondo la sentenza del Consiglio di Stato l’analisi fatta era errata e, in realtà, era la scelta del Project financing che avrebbe comportato un vantaggio per l’amministrazione. Il 23 ottobre 2015, la giunta provinciale e quella del Comune di Trento decidono di far verificare, da un’apposita commissione, l’opportunità di scegliere (per l’ubicazione dell’ospedale) l’area di San Vincenzo. Ma poi si conferma a gennaio 2016 l’area di via Al Desert. Il 25 marzo 2016 la Provincia decide, comunque, di avviare la procedura di revoca della gara bandita nel 2011. L’8 settembre 2016 la Provincia bandisce un concorso, di sola progettazione, per la realizzazione del nuovo Polo Sanitario del Trentino. Il 20 gennaio 2017 dodici gruppi di progettisti presentano la propria proposta progettuale per il concorso del Pst. Ma il 25 settembre 2017, il Consiglio di Stato annulla la revoca della gara bandita nel 2011. La Provincia cancella allora il concorso di progettazione e si riparte con il bando del 2011.
Intanto si attende di capire se la Corte dei conti intenderà aprire una inchiesta su quanto accaduto negli ultimi otto anni.