Gioielli spariti a cena ritrovati in un negozio
Ha invitato una coppia di conoscenti a cena e a fine serata si è ritrovata la casa svaligiata: dalla camera da letto sono spariti gioielli del valore di alcune migliaia di euro. La derubata è una donna trentina che fortunatamente è riuscita a ritrovare parte del bottino.
Improvvisandosi detective ha fatto un giro delle gioiellerie soffermandosi sulle vetrine dei punti vendita che ritirano l’oro usato: in un negozio del capoluogo ha visto i suoi monili in vendita e si è subito rivolta alle forze dell’ordine. La segnalazione della presenza dell’oro rubato in un negozio (un’attività commerciale regolare e estranea alla vicenda) è giunta ieri alle forze dell’ordine. Una pattuglia è intervenuta pochi minuti dopo.
La donna derubata è stata sentita dagli agenti, così come è stato ascoltato il responsabile del negozio. Accertamenti sono in corso sulla coppia che aveva trascorso la serata a casa della signora e che, come “ringraziamento” per la cena, avrebbe ideato il furto e portato via i gioielli dall’appartamento. L’accusa che potrebbe venire formulata per entrambi gli invitati è di furto, ma le indagini sono solo all’inizio.
Il valore dei monili rubati (e in parte ritrovati) è di alcune migliaia di euro.
Il furto di gioielli rimane uno dei reati più diffusi, data la facilità con cui il bottino si può nascondere e la possibilità di rivendere immediatamente l’oro in un negozio specializzato nel ritiro dell’usato.
Qualche giorno fa i carabinieri di Vermiglio hanno denunciato un cuoco che, nel lasciare in anticipo il lavoro stagionale, si era portato via qualche “ricordo” della proprietaria dell’albergo di Passo Tonale dove era stato assunto. La donna all’inizio dell’estate aveva offerto all’uomo sia il posto in cucina che l’alloggio presso un’abitazione attigua alla sua, ma i rapporti tra i due si erano presto incrinati per la scarsa puntualità del dipendente, che a inizio luglio se ne era andato. Solo qualche giorno dopo l’albergatrice si era accorta che dalla sua abitazione mancavano un paio di orecchini e una medaglietta d’oro, gli stessi monili che i carabinieri hanno individuato in un negozio specializzato in compravendita di oro.
I gioielli sono stati restituiti alla proprietaria, mentre il cuoco -incastrato dai registri del punto vendita - è stato denunciato.
I negozi che ritirano l’oro hanno infatti un registro in cui inserire i dati dei venditori e vengono controllati dalle autorità per verificare l’osservanza delle norme antiriciclaggio. Alle persone che si presentano con i propri gioielli i commessi chiedono sempre un documento e il codice fiscale, sia per verificare la maggiore età sia per favorire i controlli contro possibili atti illeciti.
I gioielli vengono sottoposti ad una valutazione, pagati in contanti sotto i mille euro e tenuti fermi per dieci giorni in negozio per permettere un eventuale ripensamento del venditore e per agevolare i controlli delle autorità. Un documento che contiene i dati dei gioielli (dal prezzo pagato alla descrizione precisa dei monili) viene rilasciato dal commerciante e consegnato al venditore. In alcuni punti vendita l’oro ritirato viene fuso in lingotti, in altri negozi viene rigenerato e messo in vendita ad un prezzo vantaggioso rispetto alla quotazione di un gioiello nuovo.