Persone sole a rischio suicidio Il triste primato in val di Sole
Ogni 40 secondi da qualche parte nel mondo muore una persona togliendosi la vita, ogni 3 secondi c’è un tentativo di suicidio. Ogni anno 1,5 milioni di persone, praticamente una capitale europea, decidono di farla finita. Numeri spaventosi. Li ha forniti l’Associazione Elissa in un pomeriggio sul tema.
Per fare un’azione di prevenzione sul tragico fenomeno dei suicidi, occorre anzitutto parlarne, anche se per ragioni di rischio emulazione, si tende invece a non affrontare il discorso. Ecco perché l’associazione Elissa ha organizzato l’incontro dal titolo “Emergenza suicidio in Trentino, dalle cause alla prevenzione”.
Partiamo dai dati. Negli ultimi 45 anni il tasso di suicidio è cresciuto del 65% in tutto il mondo. Oggi il suicidio è considerato una delle principali cause di morte fra gli individui fra i 15 e i 44 anni, mentre i tentati suicidi sono fino a 20 volte più frequenti. In Trentino i dati li ha forniti in consiglio l’assessora alle politiche sociali Stefania Segnana: costante è il numero dei casi, ma il dato rimane superiore al resto d’Italia e soprattutto nel resto del Paese la tendenza è in diminuzione invece nella nostra provincia è in aumento.
Si parla di 43 casi all’anno, la fascia d’età più colpita è quella fra i 45 e i 54 anni. In Trentino sono anche in aumento i suicidi nella fascia più giovane, quella degli individui fra i 18 e i 35 anni, è la Val di Sole a detenere il triste primato fra le valli trentine per morti giovanili di questo tipo.
Spiegano all’associazione Elissa che «più del 90% dei casi totali di suicidio sono associati a disturbi mentali, soprattutto depressione e abuso di sostanze. Tuttavia i fattori sono numerosi, e i suicidi si verificano specialmente in momenti di crisi socioeconomica, familiare o individuale. È stata rilevata ormai da tempo una stagionalità con un andamento crescente da gennaio, con picchi fra maggio e luglio, che va calando nella seconda parte dell’anno».
Il criminologo Marco Monzani, docente all’università Iusve di Venezia ha introdotto il concetto di vittime di suicidio: «Classicamente i suicidi sono consapevoli del gesto e delle conseguenze del loro gesto - ha spiegato - ma riflettendo ho invece capito che esistono le vittime di suicidio, ovvero coloro che comprendono il gesto ma non le conseguenze di esso, aprendo la via all’idea che il suicidio non sia solo premeditato ma anche un gesto d’impulso». L’idea che possa essere stato un gesto impulsivo e non premeditato è uno spiraglio di luce nel tunnel dei sensi di colpa. I distinguo se si vuole iniziare a comprendere il fenomeno sono tanti. Per esempio poco affrontato è il tema del suicidio fra gli anziani.
La psicologa psicoterapeuta Paola Taufer ha messo in luce il problema: «La prima causa di suicidio fra gli anziani è l’isolamento sociale - ha spiegato - che va chiaramente distinto dalla solitudine, che è un’altra cosa. Isolamento che viene dalla vergogna e di essere diventati vecchi, magari malati». Ipotesi sulla prevenzione nel pregnante pomeriggio di ieri ne sono arrivate poche, difficile affrontare un tema di cui si parla così poco a voce alta, forse l’unica per ora è nella forza del riconoscimento della relazione con gli altri.