Aumentano le donne cacciatrici: in Trentino da 40 a 130 "Contro di noi tanti pregiudizi"
Le donne cacciatrici aumentano in tutta Europa, Trentino compreso. Nel 2010 nella nostra provincia erano una quarantina, oggi sono 130, ben distribuite su tutto il territorio provinciale. In Alto Adige sono ben 450.
Le iscritte al Gruppo cacciatrici trentine, invece, sono una trentina (con età dai 18 ai 62 anni) e si sono ritrovate in assemblea per presentare l’adesione al Coordinamento nazionale cacciatrici di Federcaccia, nato tre mesi fa. «Vogliamo andare oltre il pregiudizio – spiega Eddi Titta, presidente del Gruppo cacciatrici trentine dalla sua fondazione, dieci anni fa, e riconfermata ieri per il terzo mandato – e spiegare che siamo volontarie del territorio, che dedicano alla natura ore e ore. Ci occupiamo di ripristino sentieri, pulizia e monitoraggio dei boschi, censimento della fauna, formazione ambientale nelle scuole. Il 18 aprile, ad esempio, organizziamo la giornata “Paladini del territorio” con iniziative di pulizia ambientale nella zona del Parco Adamello-Brenta. Ma veniamo spesso demonizzati, noi cacciatori in generale. Rispettiamo l’ambiente e lo valorizziamo, perciò chiediamo rispetto. Un rispetto che spesso manca».
«La caccia al femminile – osserva l’ex presidente dei cacciatori trentini, Carlo Pezzato – ha indubbiamente contribuito a presentare in modo più elegante il nostro mondo e ad abbattere almeno qualche pregiudizio. Voi donne siete più brave a promuovere l’arte venatoria in modo attivo». «Le donne cacciatrici abbassano l’età media della nostra categoria, che è purtroppo piuttosto avanzata, di 65 anni a livello nazionale» è il commento di un altro ex numero uno dei cacciatori trentini, Sandro Flaim.
Etica venatoria, socialità, spirito di comunità, presidio del territorio sono i valori incarnati dai cacciatori e da chi fa caccia al femminile per la consigliera provinciale de La Civica, Vanessa Masè: «Purtroppo, invece, assistiamo spesso a ingiusti pregiudizi, cattiverie e aggressività nei confronti del mondo venatorio, che invece ha il merito di diffondere la conoscenza della natura e la frequentazione dei boschi».
L’ultima stagione della caccia è stata in linea con i prelievi previsti. E questo inverno così secco? «Per i camosci è stato un inverno felice – risponde Eddi Titta – ma se la primavera sarà troppo piovosa sarà un problema per caprioli e camosci». Il coordinamento nazionale ha dato alle stampe due manuali: uno è una guida pratica di pronto soccorso veterinario; l’altro è un libro di cucina sulla filiera corta della selvaggina.