In Trentino 38 casi, 3 in rianimazione Pazienti gravi concentrati a Rovereto. «mediamente più giovani che in Italia»
«Siamo arrivati a 38 persone che hanno contratto il virus in Trentino. 13 sono a Trento, al Santa Chiara; 3 in rianimazione a Rovereto; 22 a domicilio.
Alcune di queste persone sono state riscontrate nella giornata odierna, e l’Azienda Sanitaria sta seguendo la storia epidemiologica di ognuno».
L’annuncio oggi alla conferenza stampa quotidiana della Giunta provinciale, con il presidente Maurizio Fugatti, l’assessore alla salute Stefania Segnana ed i vertici dell’Azienda Sanitaria.
Segnana ha detto: «Con 13 a Trento e 3 a Rovereto riusciamo a gestire la situazione. A questo riguardo l’ospedale di Rovereto stiamo cercando di riservarlo per il Covid-19. Il reparto di medicina ad alta densità lo useremo per i casi gravi; le altre andranno nelle strutture private come la Solatrix e Villa Regina di Arco. Ci stiamo organizzando per altri casi».
Il dottor Bordon dell’Azienda Sanitaria ha detto: «Al momento abbiamo individuato la mission dell’ospedale di Rovereto ai casi gravi: abbiamo allestito 8 posti, occupati sono 3; ma ci stiamo attrezzando per altri 12 posti. Ringraziamo la collaborazione delle strutture private: ci sonsentono di liberare posti letto a Rovereto e concentrare qui le emergenze».
Perché Rovereto? «Perchè ha un team di esperti. Oggi abbiamo incontrato tutti i primari dei 7 ospedali del Trentino, e abbiamo fatto il punto. Rovereto diminuirà le degenze di chirurgia, per fare spazio a questa emergenza. Oggi i posti in terapia intensiva occupati sono 3, ma sappiamo che restano occupati per molto tempo».
Il dottor Ferro ha rimarcato: «Ci troviamo davanti a un cambio della situazione. Evidentemente i casi sono ancora pochi, ma quello che sta capitando mostra che diventa sempre più difficile contenere i focolai».
In Trentino, ha detto Ferro, abbiamo «un’età media dei malati che è più bassa del resto d’Italia (ma è sui 60 anni); evidentemente stiamo intercettando casi di persone che si muovono. Ma quell oche dobbiamo fare è mettere in sicurezza le persone fragili, cioè gli anziani».
Per Ferro «altro tema importante è l’impatto sul comparto produttivo del Trentino: vanno messe in atto misure di sanità pubblica per permettere una vita normale». Comunque «I casi che abbiamo avuto finora sono di persone di altre regioni che si muovono, e in generale non gli anziani. Ci aspettiamo che poi la situazione diventerà come in Veneto, e dovremo inserire misure per tutelare di più la popolazione anziana, che è quella che ha un carico più rilevante sul sistema sanitario».
Ferro ha ricordato che esistono però diversi livelli di terapia intensiva: «Oggi io e il dottor Bordon siamo stati i nRianimazione e abbiamo portato il nostro supporto ai colleghi. Va ricordato che esistono tre livelli di terapia intensiva, dal meno grave al più grave. I 3 pazienti oggi ricoverati per il coronavirus, sono in condizioni stabili. Ma certo la degenza della terapia intensiva non si risolve in pochi giorni, e questo è il problema principale. Abbiamo inoltre molti casi di influenza stagionale: al momento, su 20 tamponi che facciamo, circa 3 sono per il Covid, e gli altri attribuibili a influenze stagionali. La differenza è che l'influenza stagionale non porta a ospedalizzazione di terapia intensiva».
Parola poi al dottor Lanzafame, direttore di virologia del Santa Chiara. «Siamo al lavoro 24 ore su 24, con sedute giornaliere e notturne di due persone che vanno dalle 3 alle 5, cercando di riservare anche fasce per i casi urgenti. Dal punto di vista epidemiologico non possiamo dire quale sarà l’evoluzione, ma siamo in una curva ancora i naumento. Ci auguriamo che l’impatto non sia così grosso da bloccare le nostre attività».
Fugatti ha concluso: «Abbiamo ancora numeri limitati, ma in crescita giorno per giorno, perché oggi abbiamo 10 casi in più. E’ in linea con altri territori come il nostro. La cosiddetta circolazione virale non è escluso che possa esseri nei prossimi giorni. Le situazioni precauzionali a tutti i livelli devono essere segnalati. Abbiamo parlato della situazione degli anziani: segnali che dobbiamo dare ancora di più. Gli anziani sono i più colpiti e ci vuole una forte attenzione».
Fugatti ha detto di aver avuto oggi un vertice con il Commissario del Governo e le Forze dell’Ordine locali: «L’attenzione sulla parte commerciale è per il rispetto delle direttive; anche questo è forma di prevenzione. C’è una volontà di attenzionare tutte le categorie. Alle 15 abbiamo avuto una conferenza video con il ministro Boccia e i governatori delle regioni. Sul tema impianti di sci, è venuta da tante regioni che non hanno ancora previsto la chiusura, una valutazione ad hoc. Il Ministero farà un intervento sostanziale. Abbiamo parlato poi di materiali, mascherine, macchine di ventilazione per i reparti di rianimazione. Non si è parlato delle scuole, ma è un tema che tornerà nei prossimi giorni. Territori come i nostri, dove la chiusura sta per scadere, ne dovranno parlare di nuovo a breve. Per la riapertura delle scuole, il DPCM prevede la chiusura fino a fine settimana. Io prevedo che fra mercoledì e giovedì se ne parlerà sul tavolo nazionale».
Fugatti ha annunciato anche un taglio alla trasparenza: «Con i numeri attuali, dobbiamo dare una stretta alla privacy. Daremo i numeri, ma segnalaremo solo le zone su cui ci siano situazioni particolari. Non daremo più la cronologia precisa dei casi e le zone dove si verificano come era all'inizio». E poi ha dato una notizia positiva: oggi all'Azienda sanitaria è arrivata la comunicazione che la mamma rispedita in Lombardia dal Trentino all'inizio della vicenda, è guarita e le due persone della sua famiglia sono asintomatiche.