A scuola tutti i giorni ma con i turni Trento a "caccia" di 90 aule in più Lezioni a rotazione mattina e pomeriggio
«L’obiettivo è dare continuità, giorno per giorno, alla presenza dei bambini a scuola tutti i giorni. Saremo in grado di farlo, grazie all’organizzazione che stiamo mettendo a punto in queste settimane per arrivare pronti alla ripartenza di settembre». Viviana Sbardella, sovrintendente provinciale, spiega di aver ben presente la complessità dello scenario ma ha piena fiducia sulla capacità della scuola trentina di adattarsi alle necessità della prevenzione epidemica.
Si prospettano quattro ore al giorno per le primarie e sei per le medie, dal lunedì al sabato. Le linee guida del dipartimento istruzione indicano almeno tre metri quadri per ogni persona presente in aula. «Questo - commenta Sbardella - significa che a Trento, dove abbiamo diversi istituti comprensivi, sarà tutto un po’ più complicato che altrove. Nella valli le condizioni sono meno impegnative, data la minore presenza di scuole e la maggior disponibilità di spazi alternativi. È già in corso un’interlocuzione con i Comuni e con altri soggetti dei territori e confido in una soluzione per un anno scolastico atipico ma soddisfacente. Ora almeno possiamo programmare con una certa serenità, il 4 marzo con le chiusure improvvise siamo stati tutti spiazzati dall’emergenza».
Si ipotizzano lezioni anche il sabato e pure classi che si alternano nelle aule il mattino e il pomeriggio. Con la speranza che prima di giugno 2021 si possa abbandonare questa organizzazione speciale, con l’auspicata scomparsa del rischio coronavirus. «Ci prepariamo per l’intero anno, ma saremmo felicissimi e rapidissimi in un ritorno alla normalità. Mi rendo conto che ripensare l’uso degli spazi implica dei compromessi, non è l’ideale avere classi al mattino e altre al pomeriggio: serve per consentire a tutti di andare a scuola ogni giorno, come è giusto che sia».
Per quanto riguarda specificamente la situazione logistica a Trento, dove potrebbero servire circa novanta aule in più, la sovrintendente spiega che «ai dirigenti è stato chiesto di fare delle simulazioni sulla riorganizzazione degli spazi disponibili, per poi verificare l’esigenza reale di ampliarli cercandone altrove». La prospettiva è in ogni caso quella di utilizzare a turno le aule, per quanto possibile di incrementare le esperienze all’aperto, anche nella natura, utili ma non certo risolutive, specie d’inverno. Perciò l’obiettivo è mettere a punto nelle prossime settimane un disegno preciso che rispetti le necessità di distanziamento fisico, evitando, per le scuole del primo ciclo, il ricorso alla didattica a distanza. «Una formula che ci ha aiutati in questi mesi di emergenza ma cui in futuro si farà ricorso solo parzialmente, per gli studenti delle superiori. E non si tratterà di lasciare la metà di una classe a casa a seguire le lezioni sul video, bensì di costruire esperienze differenziate, anche lavorando in gruppo grazie alle piattaforme online».
CRITICHE DAI SINDACATI
Critiche dai sindacati alle linee guida diffuse dal dipartimento istruzione della Provincia in vista dell’organizzazione dell’attività del prossimo anno scolastico. «Una nota che ha mandato in fibrillazione tutte le comunità scolastiche», commenta il segretario di Uil Scuola Trentino, Pietro Di Fiore denunciando nuovamente la mancanza di confronto con i rappresentanti dei lavoratori. «Lascia increduli leggere che spetterebbe alle scuole attivare forme di contatto con le amministrazioni comunali, al fine di acquisire ulteriori spazi. Ma dov’è andata a finire l’indagine conoscitiva attivata dal dipartimento? Si chiede ai dirigenti scolastici ed al personale di muoversi alla ricerca di locali?
Il compito è della Provincia e comunque non sarà facile: gli spazi dovranno essere adatti alle esigenze didattiche di docenti ed allievi, ma dovranno essere in regola con le prescrizioni in materia di sicurezza e tutela della salute delle persone». Di Fiore rilancia poi le critiche radicali all’ipotesi di psezzettamento delle classi, di turnazioni in teledidattica eccetera, che svilirebbero l’esperienza scolastica.
Critica la Provincia anche Cinzia Mazzacca, segretaria generale della Flc Cgil, che stigmatizza anche la totale assenza di un confronto con i sindacati. «Più che un progetto per far ripartire la scuola trentina dopo l’emergenza le linee guida sembrano un’operazione per far quadrare i conti. La comunità scolastica va coinvolta nella definizione della futura organizzazione: è un mondo complesso che chiama in causa insegnanti, personale amministrativo, tecnico e assistenti educatori, studenti e genitori e anche fornitori di servizi».
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