Una via sulle sue montagne per ricordare Andrea Concini
Una via, tra le sue amate montagne. Porterà il nome di Andrea Concini quella aperta sabato dalla guida alpina fiemmese Marco Bozzetta assieme a Giovanni Andriano lungo la Pala de Socorda, sul Larsech, nel gruppo del Catinaccio.
Doveva chiamarsi “Equinozio d’autunno”: Bozzetta aveva iniziato a lavorarci assieme ad Andrea nell’ottobre scorso. Un progetto che doveva proseguire in queste ultime settimane di primavera. Dopo l’inverno, che si è portato via il ventottenne noneso: Concini era morto il 29 dicembre nel gruppo del Brenta, a seguito di una caduta lungo lo scivolo Massari, sopra il Tuckett, durante un’escursione scialpinistica con altri tre amici.
Bozzetta non ha voluto però abbandonare il loro progetto. Anzi, proprio per onorare al meglio il ricordo di Concini e il suo amore sconfinato per le montagne, la guida alpina di Daiano ha deciso di andare avanti, potendo contare sul supporto dal collega Giovanni Andriano.
«Ci tenevo molto. Avevo iniziato questa via proprio con Andrea nello scorso autunno - spiega Bozzetta - poi l’arrivo dell’ inverno aveva fermato i lavori. L’incidente, quella tragedia, sono stati un grande trauma anche per me. Andrea era stato mio allievo durante i corsi per diventare guida alpina, tra il 2016 e il 2017 e fin da subito eravamo entrati in sintonia, tanto che dopo quella parentesi, ultimato il percorso formativo, avevamo iniziato ad andare spesso a scalare assieme. Così, anche per superare questo trauma e - soprattutto - per legare per sempre il nome di Andrea alla montagna, a questo ambiente di cui era innamorato, ho deciso di portare a termine il lavoro che avevamo iniziato l’anno scorso».
La Pala de Socorda fa parte del complesso del Larsech, che cinge la piana di Gardeccia sul lato opposto rispetto a quello dominato dalla cima del Catinaccio. Per studiare la via e iniziare a tracciarla, in autunno Marco e Andrea erano saliti in Valle di Fassa due volte, dando poi appuntamento alla parete fassana per la nuova bella stagione.
Andrea non ha potuto tornare. Marco Bozzetta, anche e soprattutto per lui, è invece arrivato in vetta sabato 13 giugno, alle 16, accompagnato da Andriano: «Lo ringrazio infinitamente per avermi accompagnato. Lui non sostituisce Andrea, che ci affianca, idealmente. Giovanni mi ha dato la forza e la gioia di terminare questa salita. Una via grandiosa, con arrampicata tradizionale lungo una parete selvaggia e impressionante che si sviluppa nella porzione di parete compresa fra la diretta Schubert del 1970 e la Platter-Rizzi del 1973. È impegnativa ed atletica, continua su difficoltà di 6° e 7° grado. Una via che merita davvero, forse la migliore che io abbia mai aperto, di sicuro quella che mi ha dato più emozioni. Anche per questo sono davvero felice che d’ora in avanti possa restare, a ricordare perennemente chi fosse Andrea e quanto grande fosse la sua passione».