Scuola, linee guida bocciate
Le linee guida provinciali sulla ripresa della scuola a settembre (QUI l'articolo con tutti i dettagli) hanno causato una sollevazione popolare. Le Consulte dei genitori, davanti alle differenze significative rispetto alla proposta di linee guida inviata dalla Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome, sono in grande fibrillazione. «Il Dipartimento sta imponendo uno scenario unico - afferma il presidente della Consulta provinciale dei genitori Maurizio Freschi - quando nessuno in realtà sa quale sarà la realtà a settembre. Quello che chiediamo è flessibilità, in modo da creare la scuola migliore per i nostri figli e non quella che si è decisa a tavolino per facilitare il compito ai burocrati. Quindi chiediamo diverse ipotesi per scenari diversi che non sono ora prevedibili, perché se invece imponiamo uno scenario unico oggi alle scuole, poi rientrare in normalità se dovesse andare tutto bene e fossimo Covid free a settembre non si potrà più. È questo il punto che non sembra essere chiaro al Dipartimento».
È un fiorire di messaggi e idee di protesta per far sentire la propria voce in piazza Dante nelle consulte degli istituti scolastici. «Non siamo stati in grado di prevedere e di gestire la fase uno e adesso abbiamo l'arroganza di pretendere di sapere con certezza cosa avverrà tra due mesi? - argomenta il rappresentante dei genitori -. In un paese civile e attento al bene degli studenti ci dovrebbe preparare per scenari diversi, dal rientro in normalità a quello con distanziamento, ma il cinico opportunismo di qualcuno vede solo la scelta più comoda: ovvero la didattica a distanza che si lascia anche all'autonomia delle scuole così avremo anche trattamenti diversi. Ci chiediamo il perché di questa scelta, quando dal Ministero, dalla Conferenza delle Regioni un rientro in didattica a distanza è stato escluso».
Lo scarto delle incertezze e delle scelte fatte sulla scuola rispetto a quelle fatte per altri ambiti, come il calcio, è troppo ampio per passare inosservato: ««Lette le linee guida - prosegue Freschi - come genitori vorremmo chiedere che il tecnocrate autore di tanta scienza spieghi ai bambini perché non si può entrare in classe senza mascherina con 20 compagni mentre gli adulti possono andare in campo per una partita in 22 spintonandosi e sputandosi addosso, e poi altri adulti scendono in piazza a festeggiare. Tutto senza mascherine».
Ironia a parte la Consulta provinciale ora chiede alla politica di ricomporre la differenza fra le dichiarazioni e le decisioni poi concretamente prese: «A questo punto chiediamo all'assessore una posizione chiara - concludono i genitori che in questi mesi hanno avuto rassicurazioni dalla politica in una direzione, ma visto poi attuare delle azioni che vanno in direzione opposta -, vogliamo sapere se l'assessore Bisesti sottoscrive la linea del Dipartimento, assumendosene tutta la responsabilità, o se ha intenzione di dettare una linea politica coerente con quanto espresso finora e attenta al bene dei nostri figli. Vogliamo una linea indicata chiaramente dal decisore politico e non da un tecnocrate che vede solo numeri e non persone. I cittadini non votano il tecnocrate ma il politico che deve rispondere del suo operato davanti a loro».