Cento bus "scolastici" in più Confermati gli orari ante Covid
Nessuna polemica. Ma non è vero, secondo la Provincia, quanto dichiarano Giovanni Ceschi e Maurizio Freschi, rispettivamente presidente del Consiglio del sistema educativo e presidente della Consulta dei genitori. Nel j'accuse sul non fatto e sulla poca chiarezza in vista dell'avvio della scuola in settembre, Ceschi e Freschi hanno infilato anche la questione trasporti: «Non ci sono informazioni chiare in merito agli orari (...), né tantomeno a orari delle corse dei mezzi scolastici».
In realtà, c'è una lettera, datata 22 luglio, inviata alle istituzioni scolastiche (dalla materne alle superiori) e, per conoscenza a Trentino Trasporti e al Cta, il Consorzio trentino autonoleggiatori, che conferma «la articolazione oraria dei servizi "scolastici" ante Covid (tenuto anche conto della utenza diversa degli studenti che utilizza i servizi di trasporto di linea, con un ciclo orario di impiego dei mezzi che possa proseguire nella garanzia di copertura di circa 4.000 corse di linea su tutto il territorio provinciale "spalmate" in un arco di circa 15 ore) per tutti i cicli di istruzione, dall'infanzia alle superiori, sia per quanto concerne l'arrivo dei mezzi sia per la ripartenza alla fine delle lezioni». Dunque, è confermato l'orario di sempre. E alla lettera, firmata dal dirigente generale della Unità di missione strategica Mobilità della Provincia, Roberto Andreatta , sono seguiti i fatti. Tra Associazione artigiani e consorzio Cta è stato definito un protocollo in base al quale saranno messi a disposizione nuovi bus privati per garantire la piena capacità del trasporto scolastico.
Il problema nasce dal fatto che le ordinanze del presidente della Provincia prevedono, spiega Andreatta nella lettera alle scuole, «la possibilità di utilizzo per tutti i posti a sedere e (per quanto riguarda i mezzi immatricolati per servizio di linea) per circa la metà dei posti in piedi, con un sostanziale ripristino (seppure non totale sui bus di linea) della capacità di carico ante Covid». A questo serve il protocollo tra Assoartigiani e Cta: a garantire una riserva di un centinaio di mezzi extra da impiegare per il trasporto scolastico, da affiancare ai circa 800 mezzi di norma impiegati da Trentino Trasporti e aziende del Cta nelle ore di punta, per garantire il servizio a circa 50 mila alunni e studenti. Le aziende associate al Cta sono 130 , ma in totale, in Trentino, le aziende Ncc (Noleggio con conducente) sono 183 .
A rinforzare le tratte scolastiche saranno quindi un centinaio di bus, in gran parte mezzi adatti impiegati per il trasporto turistico di aziende associate al Cta e, per 17 mezzi, di aziende artigiane non consorziate che, in base al protocollo, dovranno mettersi a disposizione per colmare il deficit di posti causato dal rispetto dei distanziamento. «Il protocollo» spiega il mobility manager della Provincia «servirà sia a mantenere in vita Elastibus, il servizio a chiamata dopo le ore 21 nei giorni festivi, che impiega autovetture, sia, soprattutto, per rafforzare le tratte scolastiche». L'azione di rinforzo vale sia per le tratte su gomma, sia per il trasporto scolastico su ferrovia delle linee della Valsugana e della Trento-Malé, per le quali, nel rispetto delle misure di prevenzione, ci sarà pure un deficit di posti.
Da Roma, dal Comitato tecnico scientifico, dovrebbero arrivare, lunedì, nuove indicazioni in materia di capacità di carico dei mezzi pubblici per il trasporto scolastico. Ma le Regioni, quindi anche la Provincia di Trento, sono determinate a garantire una maggiore capacità di carico, rispetto alla indicazioni governative che la dimezzerebbero, nella sostanza rendendo vana l'apertura delle scuole in presenza. Fatto salvo che l'utilizzo della mascherina resterà obbligatorio per il tempo di viaggio, nella lettera alle scuole si chiarisce che «la ipotesi di entrata "dilatata" potrebbe essere accoglibile se tutti gli studenti utilizzassero la rete urbana partendo dall'interno della stessa - le corse urbane sono svolte ogni 20 minuti circa per ogni linea - in caso diverso l'attesa diviene eccessivamente estesa». Da qui «la opportunità di una solo minimale differenziazione di orari di ingresso al mattino» sostiene Andreatta. Una differenziazione «compatibile e coerente con il consueto orario di arrivo dei servizi extraurbani ed urbani di linea e con la articolazione "storica" dei servizi speciali di infanzia, elementare e media, e soprattutto con le possibilità conseguenti della scuola di accogliere tutti gli alunni e studenti pressoché simultaneamente "accompagnando" gli stessi con forme di vigilanza al fine di evitare assembramenti in in ingresso e uscita da scuola (accorgimenti per evitare assembramenti saranno attivati dai vettori nelle fasi di salite e discesa dai mezzi secondo linee guida nazionali in corso di redazione)».