Dpcm, Fugatti chiede flessibilità «Qui non siamo zona rossa Teniamo aperte le scuole»
Grande attesa, oggi, per le novità previste dal nuovo dpcm sulle misure di prevenzione epidemica che entreranno in vigore domani.
«Ho fatto una richiesta, assieme ad altre Regioni, per avere una interlocuzione tra il Cts e la Provincia autonoma nel momento in cui sarà deciso il nostro posizionamento.
Il ministro Speranza ha detto che dipenderà dall’indice rt e da un’altra ventina di indicatori e io credo che in Trentino, anche perché supportato dai dati, siano stabili. Non vogliamo una divisione troppo burocratica, serve un’interlocuzione con il Comitato tecnico scientifico perché ad oggi i numeri del Trentino, guardando anche alle terapie intensive, sono sostenibili».
Lo ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, commentando l’esito della conferenza Stato-Regioni svoltasi ieri sera, poco prima della firma del nuovo dpcm che divide l’Italia in aree di rischio secondo le quali scatteranno sui territori misure diverse.
«I nostri dati ci dicono che non siamo in una situazione di lockdown.
Bolzano ha fatto le scelte che ha fatto per il numero di contagi. Credo che la vicinanza con l’Austria e il Tirolo si sia fatta sentire come è stato per noi a marzo e aprile per la forte vicinanza lombarda», ha aggiunto Fugatti, che ha inoltre richiesto al governo aiuti «chiari e veloci» per le categorie economiche penalizzate.
Il presidente della Provincia chiede anche «maggiore flessibilità» al governo per scuola e trasporti.
A margine della conferenza delle Regioni, che si sono confrontate per produrre un documento con il parere sui contenuti del decreto, Fugatti, ha spiegato che nella bozza «non ci sono i margini di autonomia che c’erano nel precedente dpcm e noi abbiamo chiesto di inserirli».
La bozza del dpcm del Governo prevede il 100% di didattica a distanza per le superiori, mentre il Trentino vorrebbe più elasticità, dal momento che attualmente le lezioni sono in presenza e che il numero dei contagi e delle terapie intensive è «sotto controllo», rispetto a quanto avviene nel vicino Alto Adige, dove sono state istituite zone rosse in 11 Comuni.
Se non c’è un meccanismo di congedo parentale c’è un problema per i genitori. O si garantisce quello oppure si rischia che ci siano ragazzi soli e quindi un potenziale problema per le famiglie», commenta Fugatti.
Altro nodo è quello dei trasporti scolastici.
La bozza del Dpcm prevede la riduzione della capienza al 50% per il trasporto pubblico locale e per il trasporto ferroviario regionale, ma non per trasporto scolastico, ed è utilizzando questa possibilità che Fugatti chiede per il Trentino di poter mantenere la percentuale al 65%.