Sistema sanitario, la controrivoluzione Tornano i distretti e l'ospedale diffuso Fugatti smonta la riforma del 2017
La giunta Fugatti demolisce la "rivoluzione organizzativa" dell'Azienda sanitaria, diventata operativa nel gennaio 2017, che porta la firma Rossi-Zeni-Bordon e che aveva eliminato i distretti sanitari, puntando sull'integrazione tra ospedale e territorio, con una organizzazione della rete ospedaliera secondo il modello «hub & spoke», ovvero con strutture ospedaliere di riferimento per procedure di alta complessità (Trento e Rovereto) e gli altri ospedali per le cure meno complesse.
Ora, il modello in cui crede la nuova giunta a trazione leghista, come spiega l'assessora alla salute Stefania Segnana, è quello dell'«ospedale diffuso», che porta con sé anche il ritorno dei vecchi distretti sanitari (erano quattro), anche se dice l'assessora: «Sarà il nuovo direttore generale dell'Azienda sanitaria a definire la riorganizzazione come primo atto aziendale e per rispetto di chi sarà nominato non lo possiamo dire oggi, intanto la sperimentazione, che sarebbe scaduta a fine anno, l'abbiamo prorogata al 31 agosto 2021».
La «controrivoluzione» è contenuta nella manovra finanziaria approvato lunedì dalla giunta provinciale e che inizia adesso l'iter per l'approvazione da parte del consiglio provinciale. «Quel modello - sottolinea l'assessora Segnana - ha rivelato delle criticità da sistemare e la pandemia ha messo ancora più in evidenza il fatto che non è adatto al nostro territorio. Il piano di riorganizzazione e potenziamento della rete assistenziale territoriale che abbiamo approvato è un primo passo per riadattare l'organizzazione dell'Azienda».
Giancarlo Ruscitti , dirigente generale del Dipartimento salute della Provincia, mette in evidenza due criticità: «Mancava all'Azienda un Dipartimento prevenzione che abbiamo ricostituito e che ora si rivela essere di fondamentale importanza. E con la pandemia si è reso ancora più evidente - prosegue il dirigente - che un modello hub e spoke non va bene per una realtà con un territorio come quello Trentino e con pochi abitanti. Per il Covid sia a marzo e aprile che anche ora gli ospedali di Rovereto, Arco e di valle si sono rivelati fondamentali. Noi abbiamo trasmesso al ministero un modello di "ospedale diffuso" che potrebbe essere utile per altre realtà come la nostra, penso alla Val d'Aosta».
Riguardo ai distretti sanitari anche Ruscitti evidenzia che il loro ritorno non sarà immediato, ma comunque quella è la direzione per la necessità di assicurare come spiega il governatore Maurizio Fugatti nella relazione alla riforma «una maggiore prossimità della dimensione organizzativa aziendale alla specificità del singolo territorio, attraverso articolazioni organizzative insediate sul medesimo».
Ma per l'ex assessore alla salute Luca Zeni : «Questo vuol dire tornare indietro di parecchi anni. Fino ad ora ci rassicurava il fatto che sulla sanità la nuova giunta non aveva ancora fatto particolari danni, anche se manca programmazione e tante persone sono andate via. La riorganizzazione del 2017 aveva modificato l'assetto per cui ogni ospedale era autonomo con il suo direttore e la sua rigidità e aveva eliminato i quattro distretti, sostituendoli con l'idea di un "ospedale unico" e la condivisione di protocolli e percorsi tra tutti, che è il modello organizzativo che sta prevalendo ovunque. Ora con questo articolo nella legge di stabilità si torna indietro».
«Si torna al vecchio modello - evidenzia Zeni - e un po' me l'aspettavo, visto che non c'è più chi crede in questo modello organizzativo. Noi l'avevamo adottato in via sperimentale e doveva essere confermato alla fine di una valutazione. In questi due anni era stato prorogato. Ora lo vogliono demolire».