Trentino, chiusi 700 hotel e 12 mila senza lavoro
Nel dicembre normale di un anno fa, in Trentino erano aperti 1.043 alberghi. Nelle strutture ricettive erano occupati 12.755 lavoratori e lavoratrici, nei 1.830 bar e ristoranti 11.253, il 52% stagionali, un altro 20% assunti a termine. Complessivamente in quel mese il turismo trentino ha dato lavoro a 24.476 persone. Oggi la crisi Covid ha più che dimezzato questi numeri. Secondo le stime delle associazioni di categoria, è chiuso il 70% degli alberghi, cioè almeno 700 strutture ricettive. Gli impianti di risalita non aprono prima di gennaio. Mancano all'appello non meno di 12mila stagionali e precari, circa 9.000 negli hotel chiusi, 2.000 nei pubblici esercizi, 700 negli impianti funiviari, molti dei quali hanno finito l'indennità di disoccupazione e non hanno reddito.
Le restrizioni di Natale scoraggiano gli arrivi di turisti. Con una eccezione: nelle seconde case potrebbero arrivare subito prima dello stop del 21 dicembre migliaia di persone dalle principali regioni in zona gialla. L'anno scorso a dicembre gli arrivi nelle seconde case trentine sono stati 177mila, quasi tutti italiani. Dalla Lombardia, per ora zona arancione, non potrebbe venire nessuno, ma da Veneto, Emilia, Lazio sì, potenzialmente fino a 70mila turisti. Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti è preoccupato per questa possibilità ( l'Adige di ieri), ma la situazione è molto più controllata del pericoloso afflusso di inizio marzo e darebbe un minimo di respiro almeno a negozi e ristoranti. Il grosso del comparto, invece, si prepara a ripartire il 7 gennaio.
I dati 2019 sul settore turistico sono stati elaborati dall'Osservatorio sul mercato del lavoro nel turismo di Federalberghi e pubblicati nell'ultimo numero del mensile dell'Associazione Albergatori. Complessivamente le imprese turistiche trentine, tra ricettività, pubblici esercizi, agenzie di viaggio, terme, strutture di divertimento, sono 3.109 e danno lavoro a una media mensile di 21.123 dipendenti. Dicembre è il terzo mese dell'anno con più addetti al lavoro, dopo agosto (26.965) e luglio (26.620). A gennaio sono 23.397, a febbraio 21.035, a marzo 21.991. L'avvio della stagione invernale con l'anno nuovo salverebbe quindi una parte importante dei fatturati e dell'occupazione, ma le perdite di dicembre restano molto pesanti.
«Ho sentito i nostri referenti nelle principali zone turistiche. Gli alberghi chiusi potrebbero essere anche più del 70% - afferma il presidente di Confcommercio Trentino Gianni Bort , che è un albergatore - La situazione è evidente sui social network: nessun interesse per la montagna, non ci sono prenotazioni. I centri benessere sono chiusi, il cenone di Capodanno bisogna farlo in camera e dobbiamo ancora capire come».
Tra gli hotel che rimangono chiusi ci sono piccole strutture familiari ma anche catene importanti. Th Resorts, partecipata da Isa e da Cassa Depositi e Prestiti, ha deciso di posticiparea dopo le feste l'apertura dei 9 alberghi in montagna, tra i quali il Golf Hotel di Madonna di Campiglio, l'ex Valtur di Marilleva, il Th San Pellegrino di Moena. «Una decisione sofferta - spiega il presidente Graziano Debellini - ma che siamo costretti a prendere stante le condizioni attuali, consci della gravità dell'emergenza in atto e che l'attenzione deve essere rivolta in primis alla salute».