Vaccini Covid in Trentino, prima i sanitari e gli anziani a rischio. E tutti gli altri? "Difficilmente prima del 2022"
Da oggi sono attese in Trentino 4.500 dosi di vaccino a settimana per un totale di 18mila entro il mese di gennaio per completare la prima fase destinata agli operatori sanitari e Rsa, stimando che ci sia una adesione massiccia, anche se per il momento non vengono forniti dati dall’Azienda sanitaria sulla percentuale del personale sanitario effettivamente interessato. Il numero di dosi è quello che è stato richiesto dal Trentino al ministero della Salute stimando le esigenze del personale.
Ma gli altri trentini che intendono vaccinarsi come possono prenotarsi? E il vaccino sarà accessibile a tutti o solo a una parte della popolazione?
Si dovrà avere pazienza, perché per la vaccinazione generalizzata non è ancora giunto il momento e non è neppure certo che sarà possibile entro il 2021.
La priorità viene data infatti innanzitutto agli anziani e alle persone più vulnerabili, come spiega Antonio Ferro, direttore sanitario e del Dipartimento prevenzione dell’Azienda sanitaria: «Il mese di gennaio sarà dedicato al personale sanitario, poi la nostra intenzione, dando priorità alle categorie a rischio, è quella di procedere con la vaccinazione del resto della popolazione».
Difficilmente dunque entro l’anno prossimo si potrà riuscire ad andare oltre la vaccinazione delle categorie ritenute prioritarie.
Dottor Ferro, avete avviato la campagna vaccinale anche in Trentino, ma chi non è un operatore sanitario o un ospite di Rsa quando potrà iniziare a vaccinarsi?
Ultimati gli operatori sanitari partiremo dagli anziani e poi dalle persone sotto i 70 anni, che però abbiano delle patologie di immunodepressione o altro che sono circa 25-30mila e che sono quelli che normalmente il Dipartimento di prevenzione invita anche tramite lettera per la vaccinazione antinfluenzale. Apriremo una agenda prenotabile da operatori Cup, come per l’esperienza buona fatta per il tampone. Queste persone potranno prenotare la vaccinazione con un codice e andare nei nostri punti vaccinali.
E tutti gli altri? Come faranno a sapere i cittadini che è possibile iniziare a prenotarsi?
Per gli altri cittadini faremo una grande campagna di informazione quando sarà il momento, ma sempre indicando delle priorità tra la popolazione, indicando varie categorie, ad esempio chi lavora nel mondo della scuola, in attività a contatto con le persone nel front office o le forze di polizia e i vigili del fuoco, che ovviamente hanno rischi più alti di contagio.
Le priorità tra la popolazione vengono definite a livello nazionale e voi dovete attenervi o potete fare scelte diverse a livello locale?
Mi auguro che le priorità vengano definite a livello centrale perché in questo modo si potrà procedere più speditamente, così come per la circolare che ha riguardato la vaccinazione per l’influenza.
Anche perché a queste priorità è legato il numero di dosi che man mano vi devono mandare, è così?
Certo, saranno mandati i vaccini che servono.
Ma sulla quantità siete tranquilli che arriverà il numero di dosi richiesto o c’è il rischio che alla fine non bastino?
Io direi che siamo tranquilli perché le dosi di vaccino sono state prenotate a livello nazionale e con le quantità prenotate c’è copertura per tutte le categorie prioritarie. Poi, abbiamo visto che in un soggetto sano sotto i 65-70 anni di età è sempre una brutta influenza ma non è così devastante come è per gli anziani per i quali sappiamo che ogni 100 anziani colpiti ne abbiamo 5-6 che muoiono e una grossa fetta che finiscono ricoverati.
Quindi gli anziani e le persone con meno di 70 anni che hanno patologie entro quando riuscirete a vaccinarli?
Io penso entro giugno 2021. E poi le altre categorie anche se non abbiamo ancora tutti i tempi sull’arrivo delle dosi di vaccino, ma è quello che mi aspetto visto che sono in arrivo anche altri vaccini oltre a quello di Pfizer-BionTech.