Trento, stamattina la protesta di baristi e ristoratori «Fra chiusure e incertezze ormai siamo esasperati»
«Basta!»: questo il cartello su gran parte delle vetture che stamattina hanno partecipato alla grande manifestazione di ristoratori e baristi, a Trento, contro il perdurare delle restrizioni al commercio disposte dal governo nell'ambito delle misure anti-covid.
Incertezza, assenza di programmazione, obblighi e divieti, orari ristretti e penalizzanti, incassi azzerati ma spese costanti, ristori insufficienti: sono queste le principali criticità degli esercenti, non solo in Trentino.
Le difficoltà di questa crisi dura sono state al centro della manifestazione, che ha visto protagoniti circa 250 ristoratori e baristi.
Diverse le vie della città paralizzate dalla manifestazione, cominciata poco dopo le 8, con un corteo di auto (VIDEO) partito dal piazzale ex Zuffo verso il centro città.
Dopo aver marciato lentamente lungo via Brennero, i commercianti si sono diretti verso corso Tre Novembre, per poi manifestare il loro disagio al commissario del governo.
Quest'ultimo, Sandro Lombardi, è sceso per incontrare i manifestanti sulla scalinata del palazzo: qui una rappresentanza ha consegnato al commissario delle ceste contenenti i grembiuli di lavoro.
Un atto simbolico per i manifestare il disagio di una delle categorie più colpite dalle restrizioni contro il covid.
«Consegnando i nostri grembiuli - è stato detto - vogliamo chiedere maggiore attenzione per la crisi del nostro settore e testimoniare tutta la nostra amarezza di fronte a una situazione che sta creando enormi difficoltà a chi opera nel nostro settore».
Il ommissario Lombardi ha detto: «Il vostro documento e la mia relazione verranno inviati già in mattinata ai ministeri competenti affinché venga fatto un focus sulla situazione della vostra categoria, che è penalizzata al massimo. Chiedo di stringere i denti, è il momento della compattezza e dell’unità, cerchiamo di affrontare i mesi che verranno insieme, con determinazione e orgoglio».
L'iniziativa ha avuto grande adesione ed è stata ben visibile anche dai cittadini, specie da chi si muoveva in auto in città, che ha potuto registrare personalmente la temporanea semiparalisi del traffico.
Dato il grande numero di partecipanti, la mobilità in città ha vissuto momenti di difficoltà, sia in via Brennero, sia successivamente nell'area del palazzo governativo, nella zona di via Piave e corso Tre Novembre.
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«La nostra categoria conta in Trentino 3.500 aziende, che con responsabilità e investimenti hanno affrontato la pandemia cercando di rendere sicuri il più possibile i nostri luoghi», dice Marco Fontanari, presidente Fipe.
«Ad oggi dopo tante promesse di riapertura e tanti sacrifici il momento di ripartire non è ancora arrivato. Per noi diventa veramente difficile andare avanti se non ci viene permesso il lavoro quotidiano. A fronte dell’impossibilità di lavorare ci aspettiamo che lo Stato ci aiuti, qualcosa è arrivato ma non in maniera sufficiente e nei tempi necessari per dare dignità di vita a imprenditori e lavoratori. Vogliamo riaprire, per dignità ma anche per un sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione, che è quello del lavoro».
Va detto che per ora, in realtà, da Roma arrivano segnali contrari, perché il governo intende introdurre nel nuovo dpcm il divieto di asporto take away per ristoranti e bar dopo le 18.
Nella foto in alto, uno dei manifestanti: Marco Trettel del ristorante Ancora di Tesero; qui sopra, il corteo in via Brennero (credits: Alessio Coser).
Le ulteriori restrizioni del periodo natalizio hanno aggravato la situazione, esasperando gli imprenditori e l’intero settore.
Confcommercio e Confesercenti del Trentino hanno raccolto l’esasperazione di molti associati e scenderanno in piazza per una manifestazione che metta sul tavolo di Governo e Provincia le esigenze delle aziende del settore, «ormai non più rimandabili», dicono i rappresentanti di categoria.
«I numeri parlano chiaro e riguardano soprattutto il mondo delle piccole e medie imprese, vera spina dorsale dell’economia del territorio. Il turismo sta attraversando un periodo veramente buio e la luce in fondo al tunnel sembra ancora parecchio lontana. Bar e ristoranti continuano a tenere la serranda abbassata se non per l’asporto e il domicilio e hanno perso un miliardo di fatturato al livello nazionale solo tra Natale e Capodanno», dice Massimiliano Peterlana, ristoratore e presidente di Fiepet Confesercenti del Trentino.
«La situazione è critica», dicono i presidenti delle associazioni dei pubblici esercizi e dei ristoratori aderenti a Confcommercio Trentino, Fabia Roman e Marco Fontanari.
«Con questa manifestazione vogliamo che vengano puntati i riflettori sulle nostre imprese, sui collaboratori e sull’intera filiera della somministrazione di alimenti e bevande. Abbiamo bisogno di poter lavorare. Se ci viene imposto di chiudere, abbiamo bisogno di ristori adeguati.
Abbiamo bisogno, soprattutto, di certezza: navigare a vista è una condizione che aggiunge ulteriori difficoltà ad una situazione già drammatica per molte aziende», aggiungono.