Carenza di vaccini, le dosi per gli over-80 slitteranno in avanti
I ritardi nelle consegne dei vaccini, se non saranno recuperati come ha detto di voler fare l’azienda Pfizer-Biontech, sposteranno in avanti le vaccinazioni di oltre 30.000 over 80 trentini. Uno spostamento di 4 settimane, che vedrà la procedura di iniezione dei vaccini in marzo e non più in febbraio. Lo slittamento in avanti non è ancora cosa fatta, visto che i vaccini della ditta Pfizer potrebbero essere inviati in modo da recuperare i ritardi a partire dall’inizio di febbraio. Ma se i numeri rimarranno quelli attuali, spiega l’assessora provinciale alla salute, Stefania Segnana (Lega), e i ritardi nei vaccini saranno confermati, la campagna vaccinale per gli over 80 subirà circa 4 settimane di ritardo. Ma per ora la speranza è quella di poter avviare la vaccinazione dei più anziani ancora a febbraio.
«Noi vorremmo partire a febbraio con i più anziani, ma ovviamente dipende dagli arrivi dei vaccini. Il commissario Arcuri sabato ha detto che Pfizer ha comunicato gli arrivi concordati» spiega l’assessora. Il viceministro alla salute Pierpaolo Sileri (M5S) ha parlato di un ritardo di 4 settimane sugli over 80 con uno spostamento a marzo, perché ritiene che Pfizer non riuscirà a colmare il ritardo. «Sileri si riferisce evidentemente a questo. Se arrivano i vaccini partiamo, se ci sono ulteriori ritardi dovremo slittare. Intanto puntiamo alle liste Uvm per le Rsa con Moderna e ai più anziani» sottolinea l’assessora. Le liste Uvm sono relative agli «anziani che hanno le caratteristiche per entrare in Rsa. Dato che le Rsa di transito al momento sono Covid e che dobbiamo riprendere gli ingressi anche per sollevare le famiglie che necessitano, facciamo i vaccini a loro» sottolinea Segnana.
Anche il Trentino, a causa, dei ritardi nella consegna delle dosi previste originariamente, rischia di dover cambiare il piano vaccinale. Il dottor Antonio Ferro, responsabile sanitario dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, sta mettendo mano a numeri e date. Ma prima di poter dare delle nuove tempistiche, occorre avere delle certezze sui numeri dei vaccini in arrivo, che per ora sono poche e in continuo divenire.
Mentre le richieste per vaccinarsi arrivano da tutte le diverse categorie professionali. «Una volta raccolte tutte le domande, attendiamo però le indicazioni nazionali. Noi vogliamo evitare che ci sia uno scontro tra Regioni e per questo il 6 gennaio avevo chiesto indicazioni a Arcuri per avere una linea comune e indicazioni chiare sull’ordine con cui vaccinare le divere categorie di persone» sottolinea Segnana.
«Da parte nostra c’è la volontà di garantire prima di tutto gli operatori sanitari per avere sicurezza in ospedale e le Ra per permettere l’ingresso e le visite dei familiari - sottolinea Segnana - Grazie al fatto che in settimana avremo 7.000 dosi, possiamo garantire la seconda dose a tutti i primi vaccinati». Ieri erano state iniettate 14.968 dosi, di cui 3.948 ad ospiti di residenze per anziani. Circa 2.000 sono le persone vaccinate con due dosi e quindi coperte dal rischio di una infezione da Covid. Mentre il 30 gennaio con le prime 600 dosi di Moderna, si potranno avviare appunto le vaccinazioni degli anziani delle liste Uvm. Tra sabato e ieri, poi, hanno ricevuto la prima dose anche 300 componenti delle varie Croci (Rossa, bianca e così via) e altri 120 medici.