Trentino, da oggi scatta la zona arancione. Chiusure, operatori disperati. LE REGOLE. La beffa dello sci ancora vietato: polemica
Ieri, ultima domenica trentina in giallo, riscaldata dal sole, molti cittaidni ne hanno approffitatto per passeggiare, nella natura o nei centri abitati.
Sulle stradine e sui sentieri di collina molte famiglie a passeggio, in montagna molti amanti sulla neve fra ciaspole, scialpinismo e trekking.
Nelle città, seduti ai tavolini dei bar, nei ristoranti. All'aperto e tra i clienti si respirava l'euforia dolceamara da ultimo giorno di vacanza. Al di là dei banconi, al contrario, l'aria era pesante. Perché gli esercenti da domani non perdono solo la possibilità di divertirsi.
Perdono la possibilità di far fronte alle spese: «Si parlava di aprire la sera, diventare zona bianca - sbotta qualcuno - e invece ci chiudono. Vien voglia di portare le chiavi a Roma». La chiusura avrebbe fatto male comunque. Ma è arrivata inattesa, come uno schiaffo.
LE REGOLE IN ZONA ARANCIONE
Intanto, oggi anche nelle regioni gialle, niente sci come annunciato, retromarcia del ministro della calute Roberto Speranza, che ieri ha firmato un provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021, data di scadenza del dpcm 14 gennaio 2021.
Attaccano i ministri Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia "La montagna, finora dimenticata, merita rispetto e attenzione: che risposte si danno e in che tempi al documento predisposto dalle regioni? Non è solo questione di cifre: non è detto nemmeno che bastino i 4,5 miliardi richiesti quando la stagione non era ancora compromessa, probabilmente ne serviranno di più, a maggior ragione se ci sono altri stop. Gli indennizzi per la montagna devono avere la priorità assoluta, quando si reca un danno, il danno va indennizzato; già subito nel prossimo decreto".
"Per l'economia delle Regioni è una mazzata all'ultimo secondo - ha detto il Coordinatore della Commissione speciale Turismo ed Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni, Daniele D'Amario - perché dopo due rinvii arriva un altro stop.
Per l'Anef, l'Associazione Nazionale Esercenti Funiviari "dopo il 3 dicembre, il 7 gennaio, il 18 gennaio e il 15 febbraio, adesso la proroga al 5 marzo. Ormai la stagione è saltata, ci sentiamo presi in giro di fronte a tutto quello che abbiamo speso per l'apertura di domani, in vista della quale abbiamo assunto altro personale. I ristori siano immediati, altrimenti il comparto va in fallimento. Siamo il settore più penalizzato: da 12 mesi senza un euro di incasso ma con spese e stipendi da pagare. La cassa integrazione è arrivata a dicembre, da luglio lavoravamo per preparare l'inverno".
"Una decisione dell'ultimo secondo che dà un ulteriore colpo gravissimo a un settore che stava faticosamente riavviando la propria macchina organizzativa": così il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha commentato l'alt alla riapertura domani degli impianti sciistici da parte del ministro Speranza. "Ancora una volta - ha aggiunto - si dimostra che il sistema delle decisioni di 'settimana in settimana' è devastante sia per gli operatori, sia per i cittadini".