Chiede il bonus famiglia: domanda negata perché di mestiere fa il giocatore di poker
TRENTO - Vive di poker. Un colore servito, quattro Jack, un full, ma anche se ben giocata una doppia coppia di donne e re - uniti ad una buona dose di sangue freddo - gli servono per mantenere onestamente la famiglia. Vincendo con le carte da gioco, oggi diventate virtuali, il protagonista di questa vicenda paga l'affitto, compra lo zainetto per il figlio, fa la spesa al banco degli affettati.
Tutto in regola. Tutto alla luce del sole, ma il mestiere di giocatore di poker professionista sta dando qualche inaspettato problema ad un albanese quarantenne che vive a Trento da 20 anni con famiglia e fedina penale immacolata. É di fatto ormai italiano e dunque vorrebbe ottenere la cittadinanza, ma la sua domanda è stata rigettata perché non sarebbe dimostrata - come richiesto dalla legge in tema di concessione della cittadinanza - la capacità di mantenere la famiglia. In particolare con un figlio occorre aver dichiarato negli ultimi tre anni redditi superiori a 11,878 euro. Il cittadino albanese sostiene di guadagnare molto di più frequentando le poker room e partecipando a tornei di poker.
Certo siamo ben lontani dai guadagni che accumulano i migliori giocatori del mondo - come Justin Bonomo - ZeeJustinù che in carriera ha collezionato vincite per 44 milioni di euro - ma sono comunque più che sufficienti per mantenere una famiglia. Il giocatore professionista aveva collezionato vincite per 28 mila euro nel 2014, 15 mila nel 2015, 21 mila nel 2016, 20 mila nel 2017. Un trend positivo mantenuto anche dopo il deposito della domanda di cittadinanza con 21 mila euro nel 2018 e 17 mila euro nel 2019.
In una società in cui il lavoro è sempre più precario, la professione si giocatore di poker potrebbe sembrare più stabile di molte altre. Inoltre chi frequenta le poker room non può sottrarre al fisco le eventuali vincite. Nel poker on line la trattenuta fiscale avviene alla fonte. La casa di poker, autorizzata dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli, fa le funzioni di sostituto d'imposta prelevando alla fonte una fetta della vincita che finisce nelle casse dell'erario.
Come per qualsiasi altro gioco d'azzardo - dai gratta e vinci alle sale Bingo - anche con il poker lo Stato guadagna fior di quattrini senza troppo badare alle pesanti conseguenza sociali del gioco. Anche per il poker è evidente che per pochi giocatori che vincono con costanza, c'è una massa di sprovveduti destinati a rimetterci tutto o quasi.
La poker room frequentata dal giocatore albanese ma trentino di fatto, alla voce «Fee e Rake", ovvero tasse e commissioni, precisa che le transazioni economiche sono tassate alla fonte con imposizione fiscale del 20%. Ma cos'è una poker room? «É una piattaforma di gioco - si legge sul sito di una delle maggiori case di gioco online - nella quale è possibile scegliere la modalità di gioco preferita e cominciare a giocare direttamente, sia con soldi finti sia con soldi veri. Una volta seduti al tavolo si potrà interagire con gli altri giocatori attraverso la chat». Per il giocatore professionista la "partita" più difficile è ora quella di ottenere la cittadinanza. La decisione se accogliere o meno la domanda è nelle mani del Commissariato del governo che dovrebbe decidere nelle prossime settimane.