Un anno fa il primo caso di Covid in Trentino: "E io c'ero", il racconto del consigliere provinciale Zanella, coordinatore infermieristico
TRENTO - Un anno fa, il primo caso di Covid in un ospedale del Trentino. E "il caso volle che io fossi lì", racconta il consigliere provinciale Paolo Zanella di Futura, che di professione è coordinatore infermieristico. Un anno fa lavorava al reparto di geriatria del Santa Chiara. Poi non ha esitato a mettersi a disposizione per mesi per formare il personale delle Rsa trentine, dove il morbo imperversava. E oggi ha voluto ricordare quel giorno con il suo racconto ed il ringraziamento alle "sue" infermiere, agli infermieri, ai medici e agli OSS.
"Alle cinque avevo chiuso il mio ufficio, mi sono diretto nello stanzino infermieri per salutare e il medico, impegnato al telefono, mi fa segno di fermarmi. Riattacca. "La signora in stanza 5 ha il coronavirus (lo chiamavano già CoViD?)". Panico.
Raduna il personale, mentre il doc sente la direzione medica, metti insieme nella mente tutte le procedure (che hai letto sperando di non doverle mai attuare).
Arriva la task force per capire come muoverci. Tutti un po' in fibrillazione. Era comunque il primo caso del Trentino. Come era potuto accadere? Non aveva nessun criterio epidemiologico: mica veniva dalla Cina o da Codogno. Era solo stata ad Assisi in pellegrinaggio. Che ingenui allora!
Ci vollero ben due giorni perché arrivassero le indicazioni di utilizzare la mascherina e alcuni giorni perché si capisse che i criteri epidemiologici non tenevano più: ormai il virus circolava allegramente.
Senti gli infettivi, bardati per primo con l'ansia di sbagliare e non essere sufficientemente coperto, studiati il percorso, parla con la povera signora 83enne (fortunatamente poi guarita), rassicurala anche se era più tranquilla di noi, sali agli infettivi.
E poi metti in quarantena 14 tra infermieri, medici e OSS, riorganizza il turno per la notte e poi per tutto il mese con la mia compagna di avventure Katia, recuperando personale da ogni dove grazie al Servizio Professioni Sanitarie: mica sapevamo che quello sarebbe stato solo il primo esperimento riorganizzativo di tanti.
Da lì è iniziato tutto: riorganizza il reparto, procedure su procedure, formazioni, video tutorial (il nostro primo meet di reparto...). E chi si aspettava che poi sarebbe arrivata la missione in RSA di Arco con tutto il carico di umanità e dolore. E poi l'avventura politica che ti porta a valutare la gestione complessiva di questa emergenza sanitaria, col ruolo di pungolo di una Giunta che a distanza di un anno fatica a governare il tutto (al netto delle difficoltà oggettive).
È passato un anno, ma sembra ieri. Un anno che ci ha provati tutti e tutte. Perché le relazione umane ci mancano come l'acqua. Perché tutti noi abbiamo perso qualcuno. Perché molti porteranno su di sé i segni diretti o indiretti di questa pandemia.
Chi mi conosce sa quanto io detesti la retorica dell'eroismo, ma il mio pensiero va a quelli/e che tutti i giorni di questo anno infernale si sono rimboccati/e le maniche e con coraggio e dedizione hanno salvato vite, si sono presi cura e talvolta hanno accompagnato alla morte tanti/e nostri/e cittadini/e.
Un grazie speciale ai "miei" infermieri, OSS e medici della Geriatria di Trento e a tutto il personale della RSA di Arco. Con loro ho percorso un pezzo di questa emergenza e hanno dato sempre il massimo!