Se anche guariti dal Covid, 70 pazienti su 100 lamentano gravi danni neurologici anche a sei mesi di distanza
MILANO - Da mal di testa, mancanza di olfatto e disturbi della memoria fino a encefaliti, ictus e crisi epilettiche: gli effetti del Covid-19 sul sistema nervoso sono ormai confermati da centinaia di studi e costituiscono una delle principali sfide per la salute pubblica, non solo per gli effetti
Le prime evidenze delle conseguenze neurologiche del Sars-CoV-2 arrivarono dagli ospedali di Wuhan già a febbraio marzo 2020 e da allora molti lavori sono stati prodotti in tutto il mondo, incluso quello che ha esaminato 1.760 pazienti Covid ricoverati a Bergamo, epicentro della prima ondata, nei quali si sono osservati 137 casi (l'8%) di complicanze neurologiche severe. La Sin, spiega il presidente Gioacchino Tedeschi, "sta portando avanti progetti di ricerca e studi clinici per indagare in maniera approfondita su questo legame, anche per mettere a punto protocolli clinici che aiutino a intervenire tempestivamente".
Uno di questi studi è quello avviato dall'Università di Milano-Bicocca, l'Università di Milano e l'Istituto Auxologico di Milano, che vede la partecipazione di 50 Neurologie italiane. Uno degli aspetti più dibattuti riguarda i sintomi neurologici persistenti e noti come Long Covid, come evidenzia lo studio Covid-Next, in corso di pubblicazione. Su 165 pazienti ricoverati a Brescia con Covid medio grave, sottolinea il direttore della Clinica Neurologica Alessandro Padovani, "il 70% riferisce disturbi neurologici a distanza di 6 mesi dalla dimissione. Tra i sintomi più riportati vi sono stanchezza cronica (34%), disturbi di memoria e concentrazione (32%), disturbi del sonno (31%), dolori muscolari (30%), disturbi della vista e testa vuota.