Salute / L’analisi

Reazioni all’AstraZeneca sotto l'uno per cento: «Più i benefici dei rischi»

In Trentino, percentualmente il numero di problemi al Pfizer è simile a quello di AstraZeneca. Più colpite le donne e i giovani. “Lo stop? Processo normale per i farmaci, nulla da temere”

di Patrizia Todesco

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TRENTO. Il centro provinciale di farmacovigilanza che si occupa di reazione avverse ai farmaci esiste in Trentino dal 2018 ma mai come in questo periodo l'attività di monitoraggio è intensa. È questo gruppo di professionisti, composto da due farmacisti, Marina Ferri e Luca Leonardi, e coadiuvato dalla dottoressa Alessandra Zanin del servizio igiene dell'Azienda sanitaria, che si occupa di raccogliere e poi valutare tutte le segnalazioni che in questo momento arrivano dopo la somministrazione dei vaccini anti-Covid.

E da questo gruppo arriva subito la prima rassicurazione anche in merito al vaccino AstraZeneca, al centro in questi giorni di ulteriori controlli da parte dell'Ema.

«Per quanto ci riguarda - spiega la dottoressa Marina Ferri insieme al direttore sanitario Antonio Ferro - fino ad ora abbiamo avuto un numero molto basso di reazioni avverse a questo vaccino. Stiamo parlando di 48 segnalazioni su oltre 6 mila dosi somministrate, in pratica un tasso sotto l'1%, 0,76% per la precisione. Le segnalazioni più frequenti sono relative a rialzi di temperatura, mal di testa, astenia e ingrossamento dei linfonodi. Sulle 48 segnalazioni, 45 sono lievi».

E la più grave? «É stata una parestesia ad un arto che si è risolta dopo qualche giorno», spiegano gli specialisti. Il dottor Ferro ci tiene poi a precisare che in questo periodo il servizio di Farmacovigilanza è stato organizzato seguendo l'esperienza di Canale Verde, attivo in Veneto, e che prevede una sorveglianza con criteri più stringenti.

«Noi prendiamo in considerazione tutte le segnalazioni che ci arrivano sia dai professionisti sanitari che dai cittadini, i quali possono effettuarle anche online in maniera rapida, attraverso il sito vigicovid. La valutazione sul nesso causale tra la reazione e il vaccino somministrato viene fatta a posteriori. Solitamente ogni mese e solo per le segnalazioni gravi, mentre adesso la facciamo settimanalmente e anche per quelle rilevanti», specifica la dottoressa Ferri spiegando anche che la valutazione non è soggettiva.

«Viene usato un algoritmo che, dopo aver inserito tutta una serie di dati, fornisce un risultato. Può essere che la correlazione sia forte, oppure che non ci sia oppure che sia difficile da trovare». Vaccinando migliaia di persone al giorno è evidente che le persone possono andare incontro ad eventi vicini dal punto di vista temporale alla vaccinazione ma non correlati. «Il vaccino non è un vaccino contro la morte - estremizza il direttore sanitario - e per questo può capitare che persone appena vaccinate vengano colpite da infarto o da altre patologie ma non per questo esiste una correlazione».

È il caso, ad esempio, di un paziente di 99 anni che dopo il vaccino ha avuto una paresi facciale che - si legge nel report mensile - si è rivelata causata da uno spandimento emorragico cerebrale che a sua volta ha poi causato il decesso. L'evento non è però risultato correlabile alla vaccinazione. Le segnalazioni raccolte fino ad ora dopo tutti i vaccini anti-Covid somministrati in provincia hanno messo in evidenza alcune particolarità, come ad esempio che più l'età è elevata e meno sono gli effetti segnalati e, inoltre, che nelle donne il rischio di presentare reazioni è quasi doppio.

«Da una parte forse perché le donne sono più attente al proprio stato di salute o, secondo l'Agenzia del Farmaco, forse c'è anche una diversa risposta immunitaria», dicono gli esperti. Inoltre, analizzando le reazioni dei diversi vaccini, le percentuali sono analoghe ma sono diverse le tipologie. Con Pfizer, ad esempio, la febbre è la reazione più frequente, soprattutto dopo la seconda dose mentre nel caso di AstraZeneca già dopo la prima. Per quanto riguarda il vaccino Pfizer le segnalazioni di reazioni finora raccolte sono state 315 e le più gravi riguardano forme transitorie di parestesie, alcune delle quali durate anche parecchi giorni.

«Alcune situazioni sono ancora in follow up in quanto le situazioni più serie le continuiamo a valutare a distanza di tempo», spiega la dottoressa Ferri che, tornando al vaccino AstraZeneca, assicura che i nuovi controlli e il via libera dell'Ema devono rassicurare i cittadini.

«Sono processi assolutamente normali quando un farmaco viene somministrato in pochi giorni a tante persone. Importante è fermare in caso di dubbi e controllare. Questo deve essere visto come una garanzia. Ma è importante pure valutare rischi e benefici. Nel nostro caso stiamo parlando di poche reazioni avverse gravi su 20 milioni di dosi somministrate per una patologia che in Italia fa centinaia di vittime al giorno. Anche per i pazienti più giovani gli effetti a lungo termine del Covid possono essere tutt'altro che trascurabili», ci tiene a dire la farmacista Ferri che ricorda come, sul fronte vaccini, l'attenzione dei pazienti sia da sempre molto alta.

«In due mesi abbiamo ricevuto 373 segnalazioni, tutte sui vaccini. In un anno normale ne riceviamo 250 in totale, di cui la metà sempre per vaccini, sopratutto in età pediatrica». L'invito che arriva dalla farmacista Ferri è quello di segnalare reazioni avverse anche per gli altri farmaci, soprattutto se si tratta di medicinali entrati da poco sul mercato. Anche in questo caso la segnalazione può avvenire online, dal sito vigifarmaco.

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