Ugo Rossi chiama Fugatti: ecco un piano per le riaperture in sicurezza
L'ex presidente della Provincia presenta una risoluzione con l'obiettivo di facilitare "la rapida attuazione di un programma che consenta una ripartenza totale delle attività, evitando però il rischio di successive chiusure"
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TRENTO. In Provincia arrivano proposte per le riaperture anche dall'ex presidente della Provincia e già leader del Patt Ugo Rossi, ora nel gruppo misto e aderente al movimento politico Azione.
Rossi ha presentato in consiglio una risoluzione che si apre con una sottolineatura riguardante la "instabilità sulle attività economiche, educative e sociali ormai insostenibile", nonché le sempre più frequenti "manifestazioni delle diverse categorie di cittadini, artigiani, commercianti e imprenditori maggiormente colpiti dalla crisi sia a livello nazionale che locale".
Rossi ossserva che ormai "stiamo raggiungendo la soglia di tenuta sociale ma riaprire il Paese solo quando tutta la popolazione sarà vaccinata con doppia dose significherebbe attendere la fine dell’anno".
Da qui l'invito a dare a priorità alla "rapida attuazione di un programma che consenta una riapertura totale delle attività, evitando al contempo il rischio di successive chiusure, e che si ponga obiettivi coerenti con la capacità vaccinale".
L'ex numero uno di piazza Dante, che era a capo di una coalizione di centrosinistra, pone l'accento sull'insufficienza dei sostegni destinati alle categorie economiche pesantemente danneggiate dalla crisi.
"Il presidente Fugatti - scrive Rossi - ha di recente annunciato in conferenza stampa che la Provincia di Trento chiederà al governo di poter anticipare il ritorno in zona gialla del Trentino, se i dati lo consentiranno, rispetto alla data del 20 aprile prospettata dal premier Draghi.
Se da un lato è vero che i dati di incidenza del contagio sono in miglioramento, è altrettanto vero che l’esperienza - soprattutto degli ultimi mesi - dimostra quanto sia pericoloso affrettare l'allentamento delle misure restrittive.
Si osservi come molte Regioni si sono rapidamente trovate ad affrontare situazioni estremamente gravi passando dalla zona bianca o gialla alla rossa. Emblematico l’esempio della Sardegna.
Il nostro territorio ha bisogno di una data di programmazione che fissi un ritorno alla normalità. Per fare questo è necessario un piano concreto che non si limiti a decretare la riapertura delle attività economiche e sociali bensì che definisca proposte chiare e rapidamente attuabili, come quelle già avanzate da Trentino in Azione per la riapertura in sicurezza delle scuole".
Sulla scorta di queste premesse, Ugo Rossi propone alla Provincia un piano strutturato in sei punti di intervento, per avviare le riaperture in sicurezza.
Ecco, in sitnesi, i passaggi suggeriti da Rossi.
1. Vaccinare gli ultra 70enni e le persone fragili
I dati attualmente a disposizione indicano che la somministrazione anche di una sola dose di vaccino aumenta significativamente la protezione dall’infezione e dalle sue conseguenze più gravi. Il requisito fondamentale è quindi quello di vaccinare con almeno una dose chi rischia di più: gli over 70 e tutti i soggetti vulnerabili.
2. Contenimento dei contagi
A questo scopo sarà necessario:
- Applicare una radicale strategia di contenimento delle infezioni nelle prossime settimane per riportare e mantenere l’occupazione delle terapie intensive e l’incidenza dei contagi sotto la soglia di emergenza. Ciò è fattibile mantenendo le misure restrittive previste dalla zona arancione, intensificando i controlli sugli spostamenti e sulle possibili situazione di assembramento, nonché sensibilizzando ulteriormente la popolazione sull’importanza di questa fase, decisiva per una successiva riapertura.
- Applicare interventi mirati alla protezione dal contagio come l’adozione di mascherine FFP2 per gli operatori scolastici (come da Proposta di Risoluzione n. 69/32) e - analogamente a quanto già in atto ad esempio in Alto Adige - anche su chi opera nei trasporti pubblici e in tutti i luoghi chiusi dove sostano più persone, inclusi i negozi.
3. Rafforzamento delle attività di testing e tracciamento
È fondamentale aumentare l’effettuazione dei test presso le scuole e alla popolazione tutta. L’attività deve essere aumentata sensibilmente rispetto a quanto fatto fino ad oggi. In questa fase in cui il numero dei contagi sta rallentando è quindi necessario e realizzabile ricominciare un’attività reale di tracciamento dei contagi il cui numero potrà a breve tornare sotto la soglia dei 50 casi/100.000 abitanti a settimana (soglia identificata per la realizzazione del contact tracing).
Per favorire l’attività di testing e contenere la diffusione del virus è necessario favorire l’esecuzione di test gratuiti e volontari per tutta la popolazione, come già avviene in diverse Regioni e in Provincia di Bolzano, mediante accordi con le farmacie e l’utilizzo delle strutture già allestite sul territorio, anche di tipo drive through.
4. Tamponi molecolari
Potenziare la capacità di eseguire tamponi molecolari, preferendoli a quelli antigenici sulla cui capacità di rilevare le varianti virali sussistono forti dubbi. Questo può essere realizzato anche avvalendosi di kit e strumenti diagnostici avanzati, oggi disponibili - che consentirebbero anche una delocalizzazione dell’attività - nonché mediante il coinvolgimento di laboratori privati convenzionati che già eseguono tali test per i privati.
5. Aree ad accesso tutelato
Collegare l'obbligo di avere un tampone molecolare negativo di recente effettuazione per frequentare luoghi affollati e pubblici anticipando quanto sta emergendo in termine di Green Pass a livello europeo.
6. Supporto economico alle attività economiche in difficoltà
Per consentire una ripartenza veloce e sostenuta delle attività economiche, è fondamentale:
a) predisporre velocemente un piano di supporto che consenta di erogare aiuti a fondo perduto significativamente importanti e mirati in aggiunta a quelli del
Decreto Ristori. Tale piano dovrà essere rivolto a tutte quelle realtà che, oltre ad avere avuto un drastico calo di fatturato nel 2020, abbiano però la capacità di stare sul mercato o siano ritenute strategiche all’economia Trentina implementando parametri che tengano conto dell’andamento dei costi, dello stato di solvibilità delle società e del livello di innovazione delle stesse.
b) istituire un fondo di garanzia che consenta alle società in crisi finanziaria e incapaci di fare fronte a debiti accumulati durante il 2020 di spostarli in là nel tempo. Per arginare il pericolo di fallimento societario dovuto a insolvibilità, tale fondo dovrà tutelare non solo dilazioni in campo bancario ed erariale, ma anche nei confronti di fornitori privati. .ccccc
c) predisporre un’analisi puntuale per ogni impresa che ha iniziato ad operare nel 2020 ( start-up) e per le quali non è possibile calcolare cali di fatturato, al fine di prevedere indennizzi da determinarsi in relazione alla singola fattispecie aziendale.