Finanza/ Impianti

Marilleva-Campiglio, che fine ha fatto il progetto di società unica? «E’ cambiata la giunta provinciale…»

Cerana (Regole di Spinale-Manez): «In cda non se ne parla più da tempo». Castellani: «So che Failoni ci tiene». Ma dal 2017, con l’idea di Ugo Rossi, non è più successo niente

di Giorgia Cardini

VAL RENDENA/VAL DI SOLE. C'è un attore che, nella partita relativa allo sviluppo delle fusioni tra società impiantistiche della Val Rendena e della Val di Sole (vedi l'articolo dell'Adige di ieri) ha un doppio diritto di parola. Si tratta della Comunità delle Regole di Spinale e Manez, senza i cui terreni - dati in concessione alla società Funivie Madonna di Campiglio spa per la realizzazione di impianti e piste da sci - non esisterebbe la ski-area che conosciamo. Il marchio "Campiglio Dolomiti di Brenta Val di Sole" racchiude infatti anche i tracciati e gli impianti che insistono su Grostè e Spinale, aree di proprietà delle Regole, che complessivamente si estendono su 3.970 ettari in parte ricadenti anche dento il Parco naturale Adamello Brenta.

Regole che hanno anche una quota di capitale sociale delle Funivie e un posto assicurato in Consiglio di amministrazione, occupato ora da Luca Cerana, eletto presidente della Comunità a novembre 2017, ossia tre mesi dopo la firma del Protocollo d'intesa per il salvataggio di Funivie Folgarida Marilleva, che prefigurava entro il 2021 la possibilità di fusione tra questa società e FMC.

«Del progetto di fare un società unica non si parla più da molto tempo, in Cda- ammette Cerana -. Se ne discuteva nei primi tempi, poi non si è toccato più l'argomento. Ma sicuramente il futuro è questo. Poi, se arrivare subito a una fusione o più avanti, è da vedere. Ma unire le tre società (in ballo c'è infatti anche Pinzolo) è il futuro». Ma anche il presidente delle Regole dice che ora bisogna concentrarsi sulla ripartenza di turismo e impianti. «Non è vero, come sostiene qualcuno, che il Covid sia solo un alibi per non proseguire col progetto: grazie alle stagioni invernali, le società impiantistiche avevano i capitali per andare avanti tutto l'anno e dare lavoro a tutti dipendenti, tra cui gli stagionali che adesso sono a casa senza neppure gli ammortizzatori sociali. Ora, invece, alla luce di quanto accaduto bisognerà decidere a quali investimenti rinunciare o quali rinviare rispetto a quelli pianificati da tempo, sapendo per altro che senza investimenti, senza tenersi al passo coi tempi, non si va avanti. Anche se qui siamo già a un livello ottimale, non ci si può fermare».

Ma proprio per le condizioni date, non bisognerebbe accelerare sulle fusioni, per consentire anche la realizzazione di economie di spesa?

«Io sono cauto - risponde Cerana -, per mia natura sono contrario alle accelerazioni. Bisogna pensarci bene, far sedere tutte le governance societarie a un tavolo, e valutare i passi da fare».

Tra le governance c'è quella, primaria, della Provincia. L'assessore Roberto Failoni ci tiene a portare avanti questo progetto?

«So che è in contatto con le Funivie, ed è sicuramente un argomento a cui tiene».

Aspettando di capire quale sia la volontà della giunta provinciale che nel 2018 ha preso il posto di quella guidata da Ugo Rossi (da lunedì cerchiamo l'assessore Failoni per chiederglielo) l'ex presidente delle Regole Zeffirino Castellani, in carica all'epoca, afferma che «c'era una volontà chiara di arrivare a una fusione finale, di cui non si sente più parlare; per l'acquisizione c'era stato l'importante impegno delle Funivie Campiglio e l'intenzione di coinvolgere anche quelle di Pinzolo. Sergio Collini ci credeva e ricordo che anche a Peio erano molto contenti della prospettiva».

Poi cosa è successo?«Possono essere cambiati i tempi, sicuramente, ma di sicuro è cambiata la giunta provinciale. È cambiato il presidente: Ugo Rossi, su questo, aveva spinto tantissimo. Ma io mi auguro che si tratti solo di una pausa, e che si riprenda sulla linea tracciata nel 2017, perché ormai sui mercati governano i grandi caroselli e sarebbe giusto arrivare finalmente a una società unica».

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