Recuperato un cadavere dall’Adige: è quello di Peter Neumair
Il corpo senza vita di una persona è stato trovato questa mattina nelle acque del fiume Adige a Ravina di Trento. E' quello dell'uomo ucciso insieme alla moglie dal figlio Benno. Il riconoscimento è stato fatto dall'avvocato che assiste la figlia della coppia morta
IL VIDEO Un giallo che ha angosciato l'Italia
LA CONFERMA Genitori strangolati e gettati nel fiume
LA CONFESSIONE "Sono stato io"
IL PROGETTO Benno voleva fuggire
RAVINA. Il corpo senza vita di una persona è stato trovato questa mattina nelle acque del fiume Adige a Ravina di Trento: è quello di Peter Neumair, l'uomo ucciso insieme alla moglie dal figlio Benno. Il riconoscimento è stato fatto dall'avvocato che assiste la figlia della coppia morta. Ad avvistare il cadavere è stata una persona che passeggiava sulla ciclabile con il cane. L'allarme è stato lanciato intorno a mezzogiorno. Dal 4 gennaio sono in corso le ricerche di Peter Neumair, l'uomo scomparso da Bolzano. Un giallo di cui ha parlato tutta Italia.
IL GIALLO DI BOLZANO
Quando ha avuto inizio tutto inizio?
Il quattro gennaio. Tutto parte da via Castel Roncolo 22, lunedì 4 gennaio. Tutto parte dalla bella casa in cui Laura e Peter vivono, in uno delle zone più prestigiose della città.
La famiglia di Laura Perselli e Peter Neumair: chi sono.
Laura Perselli, 68 anni, e Peter Neumair, 63, vivono in un'elegante palazzina al civico 22 di via Castel Roncolo. Hanno due figli. Benno, 30 anni, che vive con loro, e Madè, 26 anni, laureata in medicina e specializzanda in ortopedia a Monaco. Da quanto emerso nelle giornate successive alla scomparsa, i rapporti tra Benno e i genitori, in particolare il padre, non sono facili. La mamma, in alcuni messaggi, aveva espresso a delle amiche la preoccupazione per una situazione che stava diventando sempre più pesante.
Chi ha allertato le forze dell'ordine?
A lanciare l'allarme è stata, nel pomeriggio del giorno successivo alla scomparsa, la figlia Madè, che non riusciva a contattare la mamma, con cui si sente tutti i giorni. Ai carabinieri Benno ha riferito di non essersi accorto dell'assenza dei genitori perché aveva passato la serata e la notte di lunedì con un'amica. E la ragazza ha confermato le dichiarazione del giovane. Mercoledì 6 gennaio mattina, scattano le ricerche sulle rive dell'Isarco e sul Renon, dove Laura e Peter vanno spesso per camminare e compiere escursioni.
I primi misteri
I telefoni cellulari della coppia bolzanina scomparsa nel nulla sono stati spenti (o comunque hanno cessato di funzionare) tre le 21 e le 22 di lunedì 4 gennaio, non nella prima serata come era trapelato in un primo momento. È un dato tecnico che rende ancora più misterioso e complicato il caso. Il 3 febbraio sono emersi nuovi dettagli sul sopralluogo effettuato martedì nella casa di via Castel Roncolo: i Ris hanno cercato delle tracce che Benno, secondo l'accusa, avrebbe cercato di cancellare utilizzando dell'acqua ossigenata. Una prima bottiglia di acqua ossigenata era stata trovata dagli inquirenti nel bagagliaio della Volvo, fermata mentre stava per entrare in un autolavaggio.
Al volante c'era Benno, che in quell'occasione era accompagnato da una sua amica, una ventenne che aveva iniziato a frequentare da poco tempo. Successivamente gli inquirenti hanno scoperto che Benno avrebbe acquistato una seconda bottiglia di acqua ossigenata e sospettano che questa sia servita per pulire determinate zone dell'appartamento, ovviamente prima che questo venisse posto sotto sequestro e che il trentenne fosse indagato.
Le ricerche
Da subito sono partite le ricerche dei coniugi: nella casa di Bolzano, sul Resia, nell’Adige – sia in territorio trentino che altoatesino – con l’ausilio di droni, cani molecolari e con un dispiegamento di forze mai visto: straordinario il lavoro anche dei Vigili del fuoco. Il corpo di Laura è stato trovato, quello di Peter no. Da Genova sono addirittura arrivati i subacquei dei carabinieri per fare delle ricerche: tutto inutile. I Ris hanno fatto, inoltre, delle ricerche anche nei pressi della villa di Bolzano dove abitavano i coniugi scomparsi. Per metà aprile si sapranno tutti i risultati dei rilievi.
Benno finisce presto nel mirino della Procura
L'ipotesi degli inquirenti è che dopo avere ucciso i genitori - nell'appartemento attiguo a quello dove i tre vivevano - e dopo averli caricati sulla Volvo V70 di famiglia - il 30 enne si sia liberato dei corpi gettandoli nell'Adige da un ponte di Vadena, in prossimità della discarica Ischia-Frizzi. È lì che il 22 gennaio i carabinieri trovano una traccia di sangue: le analisi del Ris accertano che il sangue è di Peter Neumair. I pm Igor Secco e Federica Iovene sono subito stati convinti che Benno abbia lanciato nel fiume i cadaveri dei genitori prima di andare a casa dell'amica Martina è lì che trascorre la notte tra 4 e 5 gennaio.
Il figlio di Laura e Peter per settimane si è difeso
Secondo quanto afferma Benno, lunedì 4 gennaio – data della sparizione dei genitori – egli si sarebbe recato in un luogo isolato, un laghetto frequentato solo da pescatori, per rilassarsi. Benno ha cercato così di giustificare il lasso di tempo intercorso fra le 21 e pochi minuti prima delle 22, quando la sua auto – una Volvo station wagon – è stata ripresa dalle telecamere stradali. Circa quaranta minuti in cui l’uomo aveva anche lo smartphone spento, quindi irrintracciabile. Proprio negli stessi attimi anche i cellulari dei genitori venivano spenti per sempre. Con la sua confessione questa sua ricostruzione è crollata.
La svolta
Benno Neumair si è costituito nella notte, tra il 28 e il 29 gennaio. Poi ha confessato tutto.