Covid / La ripresa

Fugatti e Kompatscher dal ministro Franco per i soldi del Recovery

In ballo per il Trentino ci sono anche i 430 milioni di arretrati dello Stato e la richiesta di sospensione del pagamento di 430 per due anni da parte invece della Provincia "Ma il ministro ci ha escluso opere stradali"

di Luisa Maria Patruno

TRENTO. La Provincia di Trento sarà chiamata a dimostrare la sua capacità e rapidità negli investimenti. Su questo elemento, infatti, potrebbe giocarsi la disponibilità del governo Draghi a venire incontro alle richieste, sia del Trentino che della vicina Provincia di Bolzano, del pagamento degli arretrati dovuti dallo Stato e di una sospensione per due anni del contributo per il risanamento dei conti pubblici, nonché della partecipazione con i propri progetti alle risorse europee del Recovery Fund (la Provincia ha presentato un elenco di investimenti appaltabili entro il 2026 per oltre 2 miliardi di euro).

Lo ha fatto capire venerdì 30 aprile chiaramente il ministro dell'Economia, Daniele Franco, bellunese, che conosce molto bene la realtà delle due autonomie speciali, nell'incontro avuto con il governatore trentino Maurizio Fugatti e con il presidente altoatesino Arno Kompatscher (per una rara volta insieme), al quale hanno partecipato anche la deputata leghista Vanessa Cattoi e il senatore Dieter Steger (Svp) insieme ai direttori generali delle due Province, Paolo Nicoletti (Trento) ed Eros Magnago (Bolzano).

L'obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e la principale esigenza del nostro Paese in questo momento è infatti quello di utilizzare tutte le risorse disponibili per fare ripartire l'economia e la crescita al più presto, dopo il disastro causato dalla pandemia. E se c'è qualche territorio che, in virtù della sua autonomia speciale e della sua organizzazione, può riuscire a farlo prima e meglio dello Stato, ben venga. Il ministro Franco non ha promesso nulla ai due governatori e non ha dato per ora risposte, ma il primo confronto è sembrato lasciare ben sperare, soprattutto per questa impostazione.

Presidente Fugatti, dopo il presidente Draghi la settimana scorsa, ieri ha incontrato il ministro Franco, colui che detiene i cordoni della borsa. Ci sono spiragli perché la Provincia di Trento possa riuscire ad ottenere le risorse che ha chiesto?

Il ministro Franco si è riservato di fare le sue valutazioni in tempi brevi, con l'obiettivo di arrivare a una intesa nella quale potranno essere definiti importi, modalità e tempistiche. Devo dire che l'ho trovato molto attento alle nostre istanze e a quelle di Bolzano. Ha fatto un riferimento molto forte alle capacità di investimento, perché al di là delle nostre specifiche partite finanziarie, ovvero la richiesta di 430 milioni di arretrati, che lo Stato ci deve, e alla sospensione per due anni degli impegni del Patto di Garanzia (altri 430 milioni l'anno), il ministro vuole capire quanto siamo efficienti, ovvero dove vorremmo investire queste risorse e in che tempi. Questo anche per i fondi del Recovery, perché c'è una forte sensibilità verso la capacità dei territori di mettere a regime le risorse europee. Quindi nei confronti che avremo nelle prossime settimane dovremo anche dimostrare le capacità dei nostri territori rispetto ad altri.

Quali progetti potrebbero essere considerati per il Pnrr?

Il ministro Franco ci ha escluso opere stradali e infrastrutturali nel Pnrr. Ha fatto riferimento ad altre opere, come scuole e asili, o investimenti in idrogeno, quantistica, digitalizzazione. Ma non c'è ancora nulla di concreto e alle forze di minoranza che comprensibilmente ci chiedono notizie sui progetti del Recovery devo dire che appena avremo un quadro più chiaro lo presenteremo al consiglio provinciale.

A proposito di confronto con l'opposizione: il disegno di legge per gli aiuti Covid a imprese e lavoratori che la giunta ha presentato ancora "vuoto", in commissione, con una procedura poco ortodossa, ha suscitato forti critiche da parte delle minoranze. Non potevate condividere preventivamente questo percorso?

Comprendo che ci siano le critiche, ma faccio presente che questo era il percorso per dare risposte il più possibile veloci alle categorie. Abbiamo guadagnato sicuramente un paio di mesi e credo che questo giustifichi la procedura, altrimenti saremmo arrivati a luglio.

Lei è il presidente della Provincia con delega al bilancio. Perché non si è presentato di persona in commissione per spiegare questa manovra da 220 milioni e la procedura anomala ai consiglieri? Perché ha mandato l'assessore Spinelli, che oltre tutto è un assessore tecnico e non politico?

Nei prossimi giorni incontrerò sicuramente i consiglieri, ma non c'è una volontà di mancanza di rispetto. Questa è una variazione di Bilancio tutta economica, quindi ho ritenuto che fosse opportuno che a presentarla fossero gli assessori economici Spinelli e Failoni. Mi sembra giusto ripartirci le responsabilità, non c'è un uomo solo al comando. E poi io ci sono, non è che scappo.

La Provincia di Bolzano sta già distribuendo gli aiuti Covid, perché ha fatto una legge stanziando i 500 milioni di arretrati, che lo Stato le deve, ma non ha ancora riconosciuto. La legge altoatesina è stata impugnata dal Governo per questo, e c'è un contenzioso aperto. Ma non poteva fare così anche la Provincia di Trento per accelerare?

Abbiamo preferito un altro percorso meno rischioso per non farci impugnare la legge, utilizzando l'avanzo. Sappiamo, infatti, che c'è una norma statale in via di approvazione che lo consente.

Il consigliere del Pd, Giorgio Tonini, ha detto che il fatto che la Provincia abbia un avanzo di bilancio 2020 di 219 milioni dimostra l'incapacità della Giunta di spendere quei soldi. Perché non siete riusciti a spenderli in un anno altrettanto difficile?

Andiamo a vedere gli avanzi di bilancio della Provincia degli ultimi vent'anni. Si vedrà che ogni anno sono grosso modo di questa dimensione.

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