Provincia / Il caso

Museo di San Michele: silurato il direttore Giovanni Kezich

Lo studioso, storico numero uno del centro dedicato agli usi e costumi dell, gente trentina, è stato parcheggiato dalla giunta Fugatti in un nuovo progetto etnografico non meglio definito. L'interessato denuncia: «L'ho appreso da pochi giorni, senza colloqui né preavviso. Così viene decapitato il museo»
PERSONAGGI Festa grande al Museo ricordando Šebesta
OPERE Giovanni Kezich racconta il Carnevale

 
di Luisa Maria Patruno

TRENTO. Dopo trent'anni alla guida del Museo degli usi e costumi di San Michele all'Adige come direttore scientifico e a due anni dalla pensione, Giovanni Kezich è stato rimosso dalla giunta provinciale e dirottato su un incarico neo istituito, ovvero l'«Unità di missione semplice rete etnografica, dei piccoli musei ed ecomuseale», una sorta di "progetto speciale" che in genere in Provincia fioriscono quando c'è l'esigenza di "parcheggiare" i dirigenti che si vogliono spostare.

E come una rimozione, in effetti, l'ha vissuta l'interessato, al quale la notizia della delibera approvata lunedì scorso, con cui si è deciso il suo trasferimento dal primo giugno «in relazione alla pluriennale esperienza nel campo e in considerazione dei principi della rotazione ordinaria per la prevenzione della corruzione», è giunta come un fulmine a ciel sereno e Kezich l'ha presa molto male.

«È stata una cosa che ho appreso da pochi giorni e senza che vi fosse stato alcun preavviso - spiega il direttore Kezich - non c'è stato alcun colloquio e nessuno ha avuto la cortesia di chiamarmi e spiegarmi cosa eventualmente dovrei andare a fare.

Quello che posso dire è che il Museo così viene decapitato senza alcun motivo e senza prospettive per la nomina di un nuovo direttore.

E dunque continua un trend perverso che vuole che i musei possano andare avanti senza un direttore scientifico, cosa inaccettabile perché un funzionario amministrativo non può dirigere un museo, che è innanzitutto una istituzione scientifica».

Il TESTO COMPLETO dell'articolo è disponibile sull'Adige oggi in edicola e in abbonamento

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