Che festa a Bassano per il Ponte degli Alpini «restaurato» dalla perginese Inco
Anche Roberto Oss Emer alla cerimonia, ora via ai festeggiamenti che culmineranno il 3 ottobre con la visita del Presidente della Repubblica Mattarella
FOTO La delicata operazione di restauro
BASSANO DEL GRAPPA. Festa grande a Bassano del Grappa, venerdì pomeriggio, per il ritorno alla fruibilità del mitico "ponte degli alpini" dopo i complessi lavori di risanamento e restauro, che sono stati eseguiti nel corso degli ultimi due anni dall'impresa perginese Inco: sono stati smontati gli ultimi ponteggi ed è stato simbolicamente firmato il "termine lavori" del contratto di appalto.
A rappresentare Pergine nella cerimonia di inaugurazione, avvenuta alla presenza del sindaco di Bassano Elena Pavan, delle autorità locali civili e militari e ovviamente delle penne nere, c'era il sindaco di Pergine, nonché titolare della Inco, Roberto Oss Emer, con il geometra Leonello Ruatti.
Un grande orgoglio per l'imprenditoria perginese, in quanto questi lavori, proprio perché hanno riguardato un simbolo non solo della città di Bassano ma di tutt'Italia, hanno avuto una grande eco mediatica.
La città veneta ha dedicato a quest'evento una serie di manifestazioni che, da questi giorni, proseguiranno ininterrottamente fino a domenica 3 ottobre, quando alla presenza del presidente della repubblica Sergio Mattarella il ponte sarà ufficialmente restituito alla città.
I lavori sono stati consegnati all'impresa perginese alla fine del 2018, ma erano incorse alcune vicende burocratiche: la gara d'appalto, dopo la sua conclusione, aveva visto l'intervento del Tar del Veneto che, su indicazione del Consiglio di Stato, aveva assegnato i lavori ad una ditta di Possagno. Nell'eseguire i lavori, tuttavia, la ditta aggiudicataria aveva incontrato delle difficoltà, tanto da spingere il Comune di Bassano a risolvere il contratto in danno con la ditta veneta ed a interpellare la Inco, per far ripartire i lavori di fatto mai iniziati.
Il ponte di Bassano, che attraversa il Brenta, si regge su quattro "stilate", pilastri completamente in legno che poggiano in profondità nel letto del fiume, ma che con il passare degli anni hanno mostrato segni di preoccupante sprofondamento. Per riportare a livello le campate del ponte, la Inco ha provveduto innanzitutto a deviare parzialmente il corso del fiume Brenta costruendo delle dighe temporanee per mettere in secca metà alveo.
Poi sono iniziati i lavori più delicati, ossia quelli di sollevamento della deformazione del piano di impalcato fino al massimo possibile: è stata costruita un'impalcatura metallica che è andata a sostituire le stilate per reggere il peso del ponte; sono stati installati dei martinetti oleodinamici che hanno recuperato una deformazione di anche mezzo metro su una stilata. Una volta portato metà ponte "in bolla", sono state rifatte le stilate per sostenere le campate nella giusta posizione. Terminata questa fase, si è proceduto con dei lavori speculari per l'altra metà del ponte. Lavori, per l'appunto, conclusi in grande festa.