I soldi per i cagnetti abbandonati? Se li intascava un dipendente, e si pagava serate nei locali e sfizi
Denunciato dalla Lega per la Difesa del Cane di Trento, finisce a processo: con una frode informatica si è messo via 21 mila euro, ed ora si dice pronto a risarcire (ma per l’associazione la somma è più alta)
TRENTO. Ha utilizzato il denaro destinato ai cani abbandonati per pagarsi gli sfizi, dall'abbigliamento alle serate nei locali. Per mesi un trentenne, ex dipendente della Lega nazionale per la difesa del cane di Trento, con le credenziali dell'associazione non ha effettuato pagamenti di fatture come da contratto di lavoro, ma ha disposto bonifici a suo favore su conti correnti a lui intestati e su carte prepagate. La procura di Trento, a cui si è rivolta la Lega del cane non appena scoperto il "buco", contesta un ammanco di circa 21mila euro. Un importo che per l'associazione sarebbe addirittura sottostimato, ma tant'è: il trentenne è finito davanti alla giudice Adriana De Tommaso con le accuse di truffa informatica e di appropriazione indebita.
Gli episodi contestati risalgono al 2019. In quel periodo il trentenne, assunto con contratto a tempo determinato part time, si occupava della gestione della contabilità dalla sezione di Trento dell'associazione. Normale, dunque, che avesse le credenziali per poter gestire le operazioni sul conto corrente della Lega del cane.
Con perizia era riuscito a disattivare la chiavetta per generare codici per l'home banking in modo da poter effettuare direttamente dal proprio cellulare le diverse operazioni. Per evitare che i bonifici illeciti venissero subito notati, si appropriava di piccole somme, girando sul proprio conto le offerte che le persone versavano all'associazione per sostenere gli animali. Non ha toccato, invece, l'importo che il Comune di Trento ha versato a favore dell'attività del canile, gestito dalla Lega del cane. I contributi pubblici non sono mai stati distratti, ma i soldi dei privati sì.
L'articolo 5 dello statuto della Lega del cane di Trento riguarda proprio il sostegno che arriva dai privati: «L'associazione - si legge - può realizzare attività di raccolta fondi, anche in forma organizzata e continuativa, al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale e nel rispetto dei princìpi di verità, trasparenza e correttezza nei rapporti con i sostenitori e con il pubblico».
L'associazione è privata e senza scopo di lucro. «Il suo unico obiettivo è il benessere animale» viene evidenziato sul sito. La scoperta del "buco" da parte dei vertici dell'associazione è avvenuta dopo un confronto tra l'estratto conto fornito dalla banca e il report dell'attività del dipendente: i conti non tornavano e soprattutto nessuno aveva autorizzato il trentenne a trattenere i bonus di "anticipo Tfr", come riportato da lui nelle causali dei bonifici.
Il presidente della Lega del cane di Trento, Luca Lombardini, ha presentato denuncia. Il trentenne è stato licenziato e la procura ha avviato le indagini. L'associazione si è sentita truffata: per questo motivo si è costituita parte civile con l'avvocato Alfonso Pascucci. Davanti alla giudice De Tommaso, l'imputato, difeso dall'avvocato Romina Targa, si è reso disponibile alla restituzione del denaro. L'udienza è stata rinviata a novembre.